Cronaca

Juliette, 'Grammatico non era il diavolo. Dispute nell'Arma, indagini indirizzate dai cc'

Nella foto, da sinistra l'ex maresciallo Grammatico, l'avvocato Nodari, Gianluca Pizzi, l'avvocato Andrea Balzarini, David Mazzon e l’avvocato Nicoli
Marco Pizzi

Dopo la requisitoria del pm Francesco Messina nel processo ‘Juliette’, la parola è passata ai legali degli imputati: l’avvocato Renato Vigna per Grammatico, gli avvocati Giacomo Nodari e Massimo Nicoli per Gianluca Pizzi, gli avvocati Fabrizio Vappina e Walter Ventura per Marco Pizzi, l’avvocato Massimo Nicoli per l’ex titolare del Tabù di Vescovato David Mazzon e ancora l’avvocato Vappina per Ilham El Khalloufi.

Per la difesa Grammatico, l’avvocato Vigna, che al collegio dei giudici ha consegnato una memoria difensiva, ha parlato di un uomo che “chiede scusa e che si impegna a rientrare a ristorare la società civile dopo aver trascorso un momento di devianza”. Il legale ha chiesto al collegio di emettere “una sentenza equilibrata per chi in parte ha deviato, e in parte no”. Di Grammatico, che ora lavora in un’agenzia di assicurazioni, l’avvocato Vigna ha tracciato un profilo di un ragazzo giovane “fagocitato dal mondo della perversione serale”. Un ragazzo che “a 26 anni ha ricoperto il ruolo di vice comandante di una stazione dei carabinieri e che, senza essere stato addestrato, è stato travolto da uno spirito di competizione, con la fissa del numero degli arresti da effettuare. Una situazione, questa, che non solo rovina chi indossa la divisa, ma che rovina anche lo Stato italiano”. Quello di Grammatico, secondo l’avvocato difensore, “è un super ego che è andato a desbordare dopo aver annusato i profumi della bella vita, una persona che è stata portata a compiere atti di pura follia”. Se dunque da una parte il legale ha ammesso “atti riprovevoli” da parte del suo cliente, dall’altra ha sottolineato che alcuni “dettagli che poi sono andati a formare le accuse hanno assunto una sorta di momento di amplificazione nell’ambiente in cui Grammatico lavorava e nel quale era malvisto dai colleghi”. “Ora la sua vita è totalmente cambiata”, ha fatto sapere l’avvocato Vigna. “Ha cambiato registro, uscendo da un circuito di performance serali, e dandosi la possibilità di trovare la serenità nella sua famiglia”.

“Accuse basate su supposizioni senza alcun riscontro oggettivo”: questo quanto espresso a sua volta dall’avvocato Massimo Nicoli per Gianluca Pizzi e David Mazzon. “Un procedimento, quello del Juliette, che vede come attore principale l’ex maresciallo Grammatico, mentre gli altri sono solo serviti a rendere più grande la sua responsabilità”. L’avvocato Nicoli si è chiesto come mai le indagini fossero state portate avanti “dai colleghi dello stesso comando a cui Grammatico apparteneva: gli inquirenti non sono mai entrati al Juliette perchè lui li conosceva e li avrebbe scoperti”. “Una grossa limitazione”, per il legale, che ha ricordato come l’indagine si sia basata “per il 95% su intercettazioni telefoniche. Non è mai stato trovato un grammo di cocaina, non è stato trovato alcun locale adibito agli incontri con le escort”. “I carabinieri”, ha detto l’avvocato, “sono stati impegnati per cinque mesi su questa vicenda, ma prima nessuno si era mai accorto di nulla. Forse la verità è che Grammatico non era il diavolo. Forse c’era qualche disputa interna nell’Arma. Molti comportamenti, se non ci fosse stata la presenza di Grammatico, sarebbero passati in secondo piano”. “Tutti i testimoni”, ha poi ripreso il legale della difesa, “soprattutto le ragazze immagine, hanno detto di aver affermato delle cose diverse. I carabinieri hanno pesantemente indirizzato questa indagine”. E anche su Mazzon: “dicono che abbia ceduto cocaina a Grammatico. Ma su quali presupposti? Si tratta solo di paranoie dei carabinieri che hanno mal interpretato quanto emergeva dalle conversazioni telefoniche”.

La sentenza del processo è stata fissata al prossimo 29 maggio.

Sara Pizzorni

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