Cronaca

Centropadane, soci al bivio: liquidazione o rilancio, scenari nella consulenza Ernst&Young

Si riuniranno nei prossimi giorni in maniera informale i soci di Centropadane Spa per iniziare a ragionare sul futuro della società che dal 1 marzo non è  più concessionaria della tratta autostradale A21. Nell’incontro verranno presentati gli scenari che la società di consulenza Ernst& Young ha delineato in un studio commissionato dalla Spa presieduta dal bresciano Fabrizio Scuri. I soci (che si ritroveranno in assemblea a maggio) sono davanti a un bivio: liquidare  la società che al momento ha esaurito il suo scopo fondativo, ossia realizzare e gestire l’infrastruttura autostradale, oppure utilizzare il know how tecnico ingegneristico che ha mantenuto al suo interno, eventualmente implementato, per svolgere attività di progettazione per i soci, allargandosi anche ad altri enti locali. Ad esempio Mantova, i vicini di casa tanto vicini in linea d’aria e per legami economici (Camera di Commercio, forse Tribunale), quanto lontani per tempi di percorrenza. Il futuro di Centropadane dipenderà in buona sostanza da quanto i soci credono ancora nella possibilità di realizzare l’autostrada tra i due capoluoghi. Stradivaria, la società di cui Centropadane detiene la maggioranza con quasi il 60%, è già concessionaria dell’infrastruttura che attende ‘solo’ l’avvio della conferenza di servizi regionali per decollare. Come noto però la politica non è mai andata all’unisono sulla questione. Anche all’interno del centrosinistra che governa le due province, c’è chi ha sempre spinto per la realizzazione – ad esempio il deputato Luciano Pizzetti – partendo dal dato di fatto che le due città hanno una strada di collegamento deficitaria e che il potenziamento ferroviario (promesso ma mai partito neanche a livello di progettazione) non è di per sé un alternativa.

Se Centropadane venisse posta in liquidazione, verrebbe meno anche la partecipata Stradivaria e con essa probabilmente tramonterebbe definitivamente l’idea dell’autostrada.

Attualmente la Spa, che ha spostato la sua sede da san Felice a via Colletta, dispone di circa 90 milioni in cassa, di cui 30 già destinati ad essere redistribuiti ai soci (tra cui Comune e Provincia di Cremona)  sotto forma di dividendo straordinario. Tra i soci figura anche il gruppo Gavio (attuale concessionario dell’A21 con Autovia padana), attraverso due società.
Stando alle indiscrezioni, a caldeggiare maggiormente il rilancio dell’attività è la Provincia di Brescia mentre l’amministrazione Galimberti di Cremona non hai parlato della CR-MN come di una priorità. E la scadenza elettorale del 2019 si avvicina sempre di più.

Si tratta di capire anche quale sia l’orientamento della nuova giunta regionale sull’autostrada. Fontana in campagna elettorale si era detto favorevole. Tra chi sostiene l’opera si fa notare che Stradivaria ha già affrontato dei costi di progettazione e anche di esproprio di aree, che quindi andrebbero ripagate dai soci in caso di ritiro. E si fa notare che il progetto iniziale multimilionario potrebbe essere ridimensionato a cifre più abbordabili in tempi di crisi, ad esempio con una forma mista di tragitto, in parte a pedaggio, in parte a flusso libero.

All’attenzione dei soci ci sarà anche il futuro di palazzo Roncadelli Manna di via Colletta, sede storica prestigiosa ma poco funzionale; il destino del direttore generale Alessandro Triboldi, il cui contratto sta per scadere, e quello dei quattro dirigenti rimasti dopo il passaggio degli altri dipendenti al nuovo concessionario. L’ipotesi di un rilancio di Centropadane come società ‘in house’ degli enti locali, allargando la compagine azionaria, potrebbe portare a nuove assunzioni e nuove progettazioni per conto degli enti stessi. g.biagi

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