Ambiente

La Media Valle del Po patrimonio Unesco: lanciata la proposta

La Media Valle del Po, a cui aderiscono il Comune di Cremona ed altri 34 delle province di Lodi e Piacenza firmatari dell’accordo per il ‘Contratto di fiume’, può aspirare a candidarsi a Patrimonio Unesco, come già accaduto per il tratto terminale, il Delta. E’ la proposta uscita al termine del convegno svoltosi ieri a Piacenza, “Un Po di educazione”, organizzato da Comune, regione Emilia Romagna e Arpae a cui ha partecipato anche l’assessore all’Area vasta Andrea Virgilio. Si è parlato di salvaguardia del fiume, problematiche relative all’abbassamento dei fondali, attrattività turistica e utilizzo commerciale delle acque per il trasporto delle merci, una prospettiva finalmente realistica con l’inaugurazione il prossimo 23 marzo, della nuova conca di isola Serafini che eliminerà il problema del dislivello all’altezza della diga Enel.

Ma per l’appunto, si è parlato anche di attrattività turistica con la promessa da parte della regione Emilia Romagna, di emanare entro l’estate un bando da 10 milioni di euro per il potenziamento delle ciclabili. Virgilio ha parlato della necessità di “costruire progetti passo dopo passo, spezzando i confini per andare dritti al cuore dei problemi dei territori sul Po, come ad esempio il rischio idrogeologico. Serve un sistema di governo delle nuove azioni previste nel contratto di fiume”. Si tratta di passare dalla teoria alla pratica di quanto sottoscritto a novembre 2016 proprio a Piacenza, alla presenza del ministro Delrio partendo dalla volontà che le politiche di valorizzazione e tutela del Po, risorsa preziosa che unisce e trascende i confini, possano essere condivise, partecipate, di dimensione locale e globale al tempo stesso.
La firma di quell’accordo ha posto le basi per un processo di riqualificazione della Media Valle del Po come patrimonio collettivo, che richiede l’impegno congiunto e una collaborazione fattiva tra tutti i soggetti che vogliono portare, come contributo, la propria esperienza e le proprie idee. Al tempo stesso, era stata richiamata l’urgenza del risanamento idrico, la messa in sicurezza delle difese spondali.
I territori coinvolti sono 9 Comuni in Provincia di Lodi (Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d’Adda, Corno Giovine, Guardamiglio, Orio Litta, San Rocco al Porto, Santo Stefano Lodigiano, Senna Lodigiana, Somaglia); 15 Comuni in Provincia di Cremona: Bonemerse, Castelverde, Cremona, Gerre de’ Caprioli, Sesto ed Uniti, Spinadesco, Stagno Lombardo, Casalmaggiore, Crotta d’Adda, Gussola, Martignana di Po, Motta Baluffi, S. Daniele Po, Pieve d’Olmi, Torricella del Pizzo; 10 Comuni in Provincia di Piacenza: Castel S.Giovanni, Sarmato, Rottofreno, Calendasco, Piacenza, Caorso, S.Pietro in Cerro, Monticelli d’Ongina, Castelvetro Piacentino, Villanova d’Arda.

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