Cronaca

Tassa rifiuti per alberghi e supermercati: a Cremona tra le più basse d'Italia

L’aumento o la diminuzione della tassa sui rifiuti non dipendono dalla qualità del servizio offerto, né dalla solerzia dei cittadini a fare la raccolta differenziata. E’ quanto sostengono i ricercatori di Ref Ricerche che per il quotidiano economico “Il Sole24Ore” hanno effettuato uno studio sulle variazioni della Tari tra 2016 e 2017. Prendendo in considerazione solo le tariffe applicate ad alcune categorie commerciali: albergo, supermercato, parrucchiere, ortofrutta. A Cremona l’incremento è stato minimo, +1,5% per gli alberghi, +1,6% per le altre tre categorie. L’importo per mq su cui viene calcolata la tassa va dai 2,89 euro al mq per la categoria alberghi ai 30,22 euro per i negozi di ortofrutta. Ma ci sono anche città capoluogo dove la Tari è diminuita o è rimasta uguale nel corso dei due anni: come Bologna, Brindisi, Caserta, Lecce, Padova (tariffe invariate); oppure Vibo Valentia o Grosseto (- 13,5% e -10,4% ortofrutta).

A Cremona per le quattro attività considerate il costo della Tari per le imprese è tutto sommato modesto rispetto ad altri capoluoghi: per l’ortofrutta ad esempio, c’è il caso di Asti che fa pagare ben 99 euro al mq; ma anche Agrigento (41,34), Roma (50,54); Genova (56,56), Napoli (55,57). Tra i centri meno cari: Ascoli Piceno 10,99, Vercelli, dove addirittura si scende sotto i 10 euro (8,56), Macerata, 12,35. Privilegiati rispetto ad altre città sono gli alberghi: a Cremona pagano 2,89 euro al mq, una delle tariffe più basse d’Italia insieme a Pordenone, Udine, Belluno, Brescia. I più tartassati sono gli albergatori di Caserta, Cesena, Napoli, Roma, con Tari superiore ai 10 euro al mq. Relativamente bassa anche la Tari per i parrucchieri e per i supermercati: i 7,39 euro al mq pagati a Cremona sembrano poca cosa rispetto ai 25,68 di Torino, ai 23,26 di Potenza, o ai 24,06 di Venezia.

Ma i commenti dei ricercatori sono rivolti alla qualità del servizio: “Oltre che per l’entità degli aumenti e  delle riduzioni – si legge nel rapporto del ‘Sole’ – nel costo del servizio nell’ultimo anno, colpisce il fatto che la spesa si agganciata dalla qualità del servizio: contesti a bassa spesa e buona qualità qualità convivono con altri in cui il costo è elevato e la qualità mediocre”.

g.biagi

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