Cronaca

Stallo riforma carceri: 'Sì alle misure alternative efficaci per rieducare'

Nella foto, da sinistra gli avvocati Parati, Crotti e Romanelli

Processi penali saltati, oggi e domani, per il ‘congelamento’ della riforma dell’ordinamento penitenziario. L’astensione è stata proclamata dall’Unione delle Camere Penali a cui aderisce la Camera Penale di Cremona e Crema «Sandro Bocchi» che ha indetto per oggi anche una giornata di sciopero della fame alla quale hanno aderito anche gli esponenti del Partito Radicale Sergio Ravelli, Gino Ruggeri, Ermanno de Rosa e Tommaso Caracappa.

Questa mattina, anche a Cremona, come è successo nelle città del distretto Bergamo, Brescia e Mantova, all’interno del carcere è stata organizzata una conferenza stampa alla quale hanno partecipato gli avvocati Maria Luisa Crotti, presidente della sezione di Cremona e Crema della Camera Penale, Alessio Romanelli, in rappresentanza del consiglio direttivo, e Micol Parati, delegata alla Commissione carcere. “Ciò che non è in discussione”, ha subito chiarito la presidente Crotti, “è che la pena sia certa. Ma deve essere anche una pena efficace. Un modo essenziale, questo, sempre rispettando la Costituzione, per far riabilitare le persone e quindi renderle meno pericolose una volta reinserite nella società. Era a questo che puntava la riforma che non è entrata in vigore”. “La pena certa ed efficace”, ha insistito la presidente Crotti, “è quella che rieduca, non va bene sempre il carcere”.

“L’aver organizzato questa conferenza qui in carcere ha anche un valore simbolico”, ha detto a sua volta l’avvocato Romanelli, che ha ringraziato la direttrice Maria Gabriella Lusi per aver trasmesso al Ministero questa richiesta da parte dei rappresentanti della Camera Penale. “Ovviamente valutando caso per caso e decidendo se esista la possibilità di usufruire o meno di una misura alternativa, bisogna far sì che la pena abbia una finalità rieducativa”.

Più carcere, infatti, non vuol affatto dire meno reati. Anzi. Come ha ricordato l’avvocato Parati, il 67% dei detenuti che hanno visto solo il carcere è risultato recidivo, mentre lo è stato solo il 19% di coloro che invece hanno potuto usufruire di misure alternative. “Non si tratta di buonismo”, ha precisato la presidente Crotti, “ma di studi seri da cui risulta che le alternative al carcere sono efficaci. Qui si parla non solo del futuro dei detenuti, ma del futuro della società”.

Un’altra considerazione che induce alla riflessione è arrivata dall’avvocato Parati che ha ricordato il problema dell’affollamento carcerario. “Tra il 2011 e il 2012 la situazione era drammatica, tanto che è pure arrivata una condanna da parte dell’Europa. Poi c’è stata la legge svuota carceri, ma già dall’anno scorso è stato registrato un numero di 3000 detenuti in più all’anno. Se si va avanti così, nel 2020 torneremo alla situazione del 2011. Senza contare che per i detenuti spendiamo 130/140 euro al giorno”.

“Bisogna optare per misure alternative”, hanno concluso la presidente Crotti e l’avvocato Romanelli, “come i lavori di pubblica utilità, o i lavori all’interno del carcere. Misure che non vengono certo regalate, ma che bisogna meritarsi. Noi non perdiamo la speranza”.

Sara Pizzorni

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