Strada Sud, Arata: 'Sia garantito il diritto di partecipazione dei cittadini'
Dopo il “no” al referendum sulla Strada Sud, espresso dal segretario comunale, il comitato promotore non si arrende e fa appello al Comitato dei Garanti, che qualche settimana fa aveva approvato l’indizione della consultazione, chiedendo un parere sulla corretta interpretazione del Regolamento del Referendum Consultivo Comunale ex art. 6 comma 9 del Regolamento medesimo.
“Gentilissimi, si è appreso dalla stampa locale che il giorno 8 marzo 2018, a seguito della richiesta di parere in oggetto, si è riunito il Comitato dei Garanti la cui seduta è stata però differita su richiesta dell’avv. Giovanni Pigolotti che ha manifestato la necessità di valutare la sua permanenza nel Comitato stesso alla luce dell’intervista rilasciata da un Consigliere Comunale, ad un quotidiano locale, nella quale sarebbe stata messa in dubbio la sua imparzialità” evidenzia la presidente del Comitato promotore, Cristina Arata.
“Con la presente vogliamo esprimere la nostra piena fiducia nei confronti di tutti i membri del Comitato Garanti rispetto alla loro imparzialità e professionalità e facciamo appello agli stessi affinché, nell’adempiere al loro ruolo tecnico di garanti, tralascino le polemiche politiche che hanno accompagnato fin dall’inizio il procedimento del referendum e abbiano a cuore solo la tutela dei diritti dei cittadini, unici protagonisti del processo di partecipazione di cui si tratta” sottolinea Arata.
“La questione sottoposta all’attenzione delle S.V. , con la richiesta di parere in oggetto, non attiene più al merito del quesito referendario e non ha nulla a che fare con la politica ma è solo finalizzata alla tutela dei principi costituzionali in materia di sovranità popolare e di esercizio dei diritti di partecipazione politica (artt. 1,48, 75 Cost.) che esigono che gli statuti e i regolamenti comunali rispettino le regole e il testo della Costituzione con conseguente necessità, a nostro parere in caso di dubbio, di preferire l’interpretazione conforme alla stessa e al sistema delle fonti del diritto, privilegiando l’interpretazione meno restrittiva per l’esercizio di un diritto fondamentale.
Non ci pare che l’interpretazione del Regolamento del Referendum consultivo del Comune di Cremona che risale al 1993, superato tra l’altro da norme statali, che impedirebbe l’indizione del Referendum per i prossimi due anni, sia rispettosa dei diritti costituzionalmente garantiti dei 700 cittadini che si sono attivati nei tempi previsti dal Regolamento per chiedere una consultazione referendaria rispetto ad un quesito dichiarato legittimo ed ammissibile.
Con fiducia e speranza ci siamo quindi rivolti alle S.V. in quanto nel Vostro ruolo di garanti dell’intera procedura vi esprimiate in merito, esercitando eventualmente anche il vostro potere di richiesta di modifica al Consiglio Comunale del citato Regolamento, per rendere effettivo e attuabile quel diritto di partecipazione che non può rimanere solo teorico e potenziale”.
“Auspichiamo quindi che l’avv. Pigolotti sciolga al più presto la riserva circa la sua permanenza del Comitato Garanti e ci auguriamo che la sua decisione tenga prevalentemente conto dell’interesse dei cittadini, gli unici che sarebbero certamente penalizzati da ulteriori dilazioni di tempo della procedura” continua la missiva, che verrà protocollata lunedì in Comune e inviata ai Garanti e alla presidente del Consiglio Comunale, Simona Pasquali.
“Chiediamo inoltre alla Presidente del Consiglio, che più volte ha rassicurato i cittadini sul fatto che i loro diritti sarebbero stati tutelati, di farsi promotrice di ogni iniziativa utile in tal senso. Qui non si tratta più di essere favorevoli o meno alla Strada Sud ma di fare in modo che sia garantito il diritto costituzionale alla partecipazione dei cittadini che dovrebbe stare a cuore a tutte le forze politiche. Si tratta di dimostrare rispetto per i cittadini e per i loro diritti e di prendere atto che non ci si può nascondere dietro ad un vecchio Regolamento del 1993 che prevede termini e scadenze impossibili da rispettare anche se tutto dovesse essere fatto secondo gli stessi.
Se infatti da Regolamento i cittadini hanno diritto di presentare un quesito referendario entro il 31 ottobre, il Sindaco deve trasmetterlo al Comitato dei Garanti entro 15 giorni (15 novembre), il Comitato deve esprimersi entro 30 giorni più eventualmente 15 di proroga (30 dicembre) e i cittadini hanno poi 60 giorni di tempo per raccogliere le 2800 firme (28 febbraio), come potrebbe il Sindaco indire il referendum entro il mese di febbraio? E i suddetti calcoli sono stati fatti senza considerare i tempi burocratici per svolgere tutte le varie attività di controllo e notifica per i quali l’Amministrazione ci ha dimostrato che non ci vogliono tempi brevi.
E non crediamo si possa pensare che il Regolamento stabilisca il termine del 31 ottobre per la presentazione di istanze referendarie per far svolgere il Referendum due anni dopo. Si tenga conta che nei Regolamenti di altri Comuni non è previsto alcun termine per la presentazione delle istanze e l’indizione del Referendum. Perché i cittadini cremonesi dovrebbero essere penalizzati quando il Consiglio Comunale è sovrano in materia e potrebbe modificare con l’approvazione di una semplice delibera un Regolamento oggi inapplicabile?
Ci appelliamo quindi al Comitato dei Garanti affinché possa riprendere al più presto la propria attività tecnico giuridica di analisi del quesito che abbiamo posto ribadendo tutta la nostra fiducia nel suo operato e alla Presidente del Consiglio affinché presidi politicamente il percorso sensibilizzando tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale rispetto alla necessità di modifica dell’attuale Regolamento del Referendum del tutto inadeguato a garantire i diritti di partecipazione politica dei cittadini”.