Bando di primariato all'Oglio Po: assolto medico accusato di falso ideologico
Processato con il rito abbreviato, Michele Di Stefano, il medico accusato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, è stato assolto dal giudice Francesco Beraglia “perchè il fatto non sussiste”. Nei confronti dell’imputato, difeso dagli avvocati Alberto Cappellini e Carlo Benussi, il pm onorario aveva chiesto la condanna alla pena di un mese. Nel processo, il dottor Rino Frizzelli, di Viadana, all’epoca dei fatti primario della Riabilitazione cardio respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova, era parte civile attraverso l’avvocato Beatrice Biancardi.
Nella primavera del 2014 Di Stefano vinse il concorso per il ruolo di primario di Medicina Generale dell’ospedale Oglio Po di Vicomoscano. Terzo in classifica arrivò Giorgio Ragni, proveniente dall’azienda ospedaliera universitaria di Parma, e che dopo il ritiro di Di Stefano era stato nominato primario dall’allora direttore generale dell’ospedale di Cremona Simona Mariani. Al secondo posto, con 76 punti, si era classificato Frizzelli, che di lì a poco sarebbe stato nominato primario di Medicina al Poma di Mantova.
Per poter partecipare al concorso, Di Stefano avrebbe presentato una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà differente rispetto a quanto invece emerso nel certificato di servizio. In sostanza il medico avrebbe “attestato falsamente, con dichiarazione resa agli Istituti ospitalieri di Cremona, all’atto della presentazione della domanda per il conferimento dell’incarico quinquennale di direzione di strutture complesse Unità operativa di Medicina Generale, presidio ospedaliero Oglio Po, di aver svolto presso il Policlinico San Matteo di Pavia attività di dirigente medico con responsabilità di struttura semplice”.
Fu il dottor Frizzelli a presentare l’esposto in procura, segnalando l’irregolarità nel curriculum di Di Stefano. All’epoca, per tutelarsi, l’ospedale Oglio Po congelò la nomina quinquennale di Di Stefano proprio perché la documentazione non era conforme e il certificato di servizio non corrispondeva al contenuto dell’autocertificazione.
“Il falso dichiarato dall’imputato ha comportato il cambiamento di un punteggio”, ha sostenuto l’avvocato di parte civile Biancardi. “In sostanza a Di Stefano, che non ha mai ricoperto il ruolo di dirigente di struttura, che è diverso da quello di dirigente semplice, sono stati riconosciuti 13 punti di anzianità anzichè 6,5 in base alla reale dichiarazione che avrebbe dovuto fare di dirigente semplice. Quindi ha accumulato un punteggio maggiore: 78 punti invece di 71 e mezzo. Punteggio che lo avrebbe portato al terzo posto e che di conseguenza avrebbe fatto avanzare Frizzelli con 76 punti”. Per la parte civile, “si è trattato di un errore che ha portato ad un calcolo diverso. L’imputato ha guadagnato punti illecitamente. La funzione dichiarata falsamente ha cambiato il punteggio e quindi non si tratta di un errore grossolano”.
“Un errore grossolano che però non costituisce un falso”, ha replicato la difesa, “in quanto l’essere stato dirigente medico di responsabile di struttura non era richiesto dal bando” e “che comunque non ha contribuito a rendere diverso il risultato. La selezione finale, infatti, dipendeva dal dirigente che poteva scegliere uno dei candidati arrivati ai primi tre posti. Per Frizzelli, che era nella terna, non c’è stato alcun danno”.
Alla fine il giudice ha accolto la tesi della difesa e ha assolto l’imputato. La motivazione della sentenza sarà depositata entro 60 giorni.
Sara Pizzorni