Cronaca

Manin capofila in progetto contro il bullismo: i ragazzi protagonisti in video

Coinvolgere  in prima persona gli studenti delle medie e soprattutto delle superiori rispetto al tema del bullismo e del cyberbullismo. Anzi, farli diventare attori in prima persona, attraverso progettazione e realizzazione di video da diffondere in rete sottoponendoli poi al giudizio dei ragazzi stessi. Il progetto si chiama Role Play – Downplay, vede capofila il liceo Manin che lo ha elaborato insieme ad una rete territoriale composta da 37 soggetti è stato finanziato con 14.900 euro dalla Regione Lombardia nell’ambito di un bando per la prevenzione e il contrasto al bullismo. Ora entra nella sua fase realizzativa con l’avvio delle autocandidature del personale docente e degli studenti interessati ad avviare il primo step, ossia la formazione.

Mirelva Mondini, dirigente del liceo Manin

“Il progetto – spiega Mirelva Mondini, dirigente del Manin –  opera sul fronte preventivo e non è legato a un caso specifico, essendo finalizzato a sensibilizzare studenti e genitori. In questa fase abbiamo appena lanciato la ricerca dei partecipanti: i docenti interessati possono candidarsi con la loro classe, quindi i docenti referenti e due studenti per classe saranno protagonisti di interventi di formazione. Entro quest’anno scolastico verrà completata questa fase formativa, mentre il prossimo sarà dedicato all’elaborazione dei prodotti finali, video pensati e realizzati dai ragazzi coi docenti. Al termine, questi elaborati verranno caricati su un sito attraverso il quale saranno votati dalle altre scuole in base alla loro efficacia, e riceveranno riconoscimenti”. Alla base del progetto c’è il concetto di peer education, l’educazioni tra pari, dove il dialogo viene sviluppato tra coetanei quindi utilizzando un tipo di linguaggio e modalità espressive più efficaci per la finalità educativa.

Il Criaf (centro riabilitazione infanzia adolescenza e famiglia) di Paola Cattenati – uno dei partner formativi – fornirà in questa prima fase ai docenti e agli studenti referenti le informazioni basilari per riconoscere situazioni riconducibili a bullismo/cyberbullismo e, più in generale a casi di esclusione o a problemi nella gestione delle relazioni interpersonali. Come si legge nella scheda del progetto presentato in Regione, “queste informazioni verranno riferite alla classe e ai rappresentanti dei genitori, mettendo in atto una serie di attività: dibattiti attraverso slides preparate ad hoc, gruppi di discussione in modalità interattiva, attività di problem solving, giochi di ruolo. L’utilizzo dei Role playing come approccio tecnico può essere utile per far comprendere le situazioni e gli stati d’animo dei vari attori durante atti di bullismo anche virtuali. Quando si parla di Role Playing, ci si riferisce quindi ad una esperienza attiva in cui viene simulata una situazione tipo descritta dai partecipanti, in cui sono presenti determinati ruoli sociali che vengono sperimentati dai membri del gruppo, al fine di stimolare delle riflessioni sulle dinamiche che emergono nell’esperienza e sui vissuti di ognuno. Inoltre, anche col supporto di esperti de La Zolla, sarà attivato un laboratorio creativo per la stesura di un copione o di un breve video o di una rappresentazione teatrale o di un live action role-playing o altra tipologia di attività espressiva: in ogni caso le classi, divise in gruppi di lavoro, devono allestire un prodotto che verrà presentato alla cittadinanza ed a tutte le scuole della rete; dopo la visione dei prodotti realizzati è previsto un dibattito tra pubblico ed autori. La presentazione dei prodotti è pianificata nel mese di ottobre 2018. Tra i prodotti richiesti a ogni classe ci sarà anche la creazione di un logo, che renderà riconoscibili le scuole ‘a prova di bullo facenti parte della rete”.

Le scuole della rete (alunni, genitori, docenti e personale ATA) voteranno i tre prodotti ritenuti più efficaci in termini di incisività e di coinvolgimento; tali prodotti verranno premiati con libri e/o materiali didattici del valore complessiva di 500,00 euro.

La rete territoriale di 37 soggetti che è nata attorno al progetto Role Play continuerà anche dopo questa esperienza. Eccone la composizione: 26 Istituzioni Scolastiche, 3 di Casalmaggiore (Romani, Diotti, Marconi), 3 di Crema (Racchetti, Galilei e Crema 2), 13 di Cremona (Manin, Aselli, Anguissola, Einaudi, Ghisleri, Stanga, Stradivari, Torriani, Cremona 1, Cremona 2, Cremona 3, Cremona 4, Cremona 5), 1 di Castelleone (Sentati), 1 di Piadena (Sacchi), 1 di Rivolta d’Adda (Calvi), 1 di Sergnano (Levi), 1 di Soncino (Giovanni XXIII), 1 di Soresina (Bertesi), 1 di Vescovato (Foscolo); una istituzione formativa con sedi a Crema e Cremona (CR.FORMA) a cui sono rivolte le azioni del progetto in vista del raggiungimento degli obiettivi; due associazioni (CRIAF e LA ZOLLA) che hanno co-progettato e condiviso le azioni; 8 tra enti/aziende/associazioni coinvolti a supporto del progetto a seconda delle proprie competenze specifiche: Comune di Soresina, Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Val Padana, Associazione Genitori (AGE), Associazione “Antonio Moore”, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo D’Italia (Unuci Sez. Di Cremona), Coni Comitato Provinciale di Cremona, Panathlon Club Cremona, Associazione Italiana Cultura e Sport (AICS Sez. di Cremona).

g.biagi

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...