Referendum strada sud rimandato a 'mai più' dal parere del segr. comunale
Il referendum ha superato l’esame di legittimità dei Garanti, ma ora viene ‘bocciato’ dal parere del segretario comunale. Motivo: non rispetta la lettera del Regolamento comunale che indica nel mese di febbraio di ciascun anno la possibilità per il sindaco di indire la consultazione. Una interpretazione che non è piaciuta affatto alla delegazione del comitato promotore, guidata da Maria Cristina Arata, che lo scorso 22 febbraio ha incontrato il segretario Gabriella Di Girolamo, dopo che il responsabile del servizio elettorale del Comune si era detto non competente ad indicare la procedura da seguire. Questa mattina la stessa Arata ha indirizzato ai Garanti una nuova comunicazione in cui ricostruisce i vari passaggi della vicenda con la richiesta finale di un parere nonché la richiesta di una “modifica del Regolamento al fine di consentire ai cittadini il legittimo esercizio del diritto di partecipazione politica costituzionalmente tutelato garantendo la possibilità di svolgimento del Referendum nell’anno in corso”.
Secondo l’interpretazione del segretario comunale il regolamento del referendum prevede in maniera vincolante, che il Sindaco lo indica entro il mese di febbraio di ogni anno e che poi si debba svolgere nel successivo mese di maggio. “Nel caso di cui si tratta – scrive Arata – non essendo state ancora raccolte a sostegno del quesito referendario un numero di firme valide pari al cinque per cento dei cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune (come disposto dall’art. 23 comma 1 dello Statuto del Comune di Cremona), il Sindaco non può indire il Referendum nel rispetto del termine previsto dal Regolamento (entro il mese di Febbraio 2018)”. Non solo. Il regolamento vieta di svolgere il referendum nei tre mesi successivi ad elezioni, quindi non potrebbe svolgersi maggio 2018 (mese indicato sempre nel regolamento). Ma anche il mese di febbraio del 2019 non andrebbe bene in quanto si sarà in scadenza del mandato amministrativo e prossimi alle elezioni comunali.
“Quindi si legge – per il Segretario Generale non sembra esservi alcuna possibilità di indizione e di svolgimento di una consultazione referendaria, né nel 2018 né nel 2019, avente ad oggetto il quesito sopra citato”
Ma il comitato si oppone a questa interpretazione: “I termini temporali fissati dal regolamento sono da ritenersi ordinatori, non perentori, altrimenti non si spiegherebbe come mai ogni volta che l’Amministrazione non li ha rispettati non vi è stata alcuna conseguenza in capo ad essa. Certamente sarebbe del tutto iniquo che le conseguenze delle suddette inadempienze ricadessero sui cittadini in violazione del loro diritto allo svolgimento della procedura referendaria nell’anno in corso rispetto ad un quesito presentato nei termini e ritenuto legittimo ed ammissibile”. Vengono infatti ricordate le varie successioni temporali di questa vicenda: quesito referendario depositato in Comune il 31 ottobre (data rispettosa del regolamento); e poi tutta una serie di tempi non rispettati: informativa dal sindaco ai garanti entro 15 giorni (ma il comitato dei garanti non era neppure costituito); nomina comitato garanti solo il 30 novembre; invio del quesito ai garanti il 22 dicembre; espressione di parere da parte degli stessi il 6 febbraio, anzichè entro il 30esimo giorno dal ricevimento dell’istanza. g.b.