Cronaca

Falda inquinata nel Cremasco: esposto 5 Stelle in Procura

Torna a far parlare l’inquinamento della falda acquifera nell’insediamento Flamma SpA, situata nel Comune di Isso. Pare infatti che Tricloroetano (TCM) e Tetraclorobemzemi (TCB), siano più che raddoppiate rispetto ai limiti di legge per la tutela della Salute Umana.

Entrambe le sostanze sono cancerogene e mutagene secondo la classificazione IARC, pertanto estremamente pericolose, in quanto anche se l’acqua contaminata viene utilizzata a scopo irriguo delle colture o per l’abbeveramento del bestiame, l’essere umano si trova al vertice della catena alimentare e pertanto è il bersaglio finale di tali sostanze.

La vicenda non è nuova. Già Enrico Duranti, presidente del Comitato No Gasaran Segnano – Alto Cremasco, aveva denunciato il problema che era stato riscontrato la scorsa estate. L’Arpa aveva informato la Provincia di Cremona  in seguito all’inquinamento nelle acque sotterranee. “I risultati analitici evidenziarono superamenti delle CSC relativamente a Benzene, Toluene, Idrocarburi totali, superamenti dei valori limiti di cui al DM 31/2015 relativamente ai parametri MTBE e ETBE, superamenti dei valori limiti indicati da ISS (istituto superiore sanità) di tetraidrofurano (THF) e diclorometano.  Inoltre è stata trovata presenza di etere isopropilico. Alla luce delle analisi, l’Arpa ha sollecitato alla messa in sicurezza al fine  di contenere la  contaminazione”, spiega Duranti.

La stessa Flamma, nell’agosto 2017, ha confermato alla Provincia la contaminazione e il mese successivo questa ha informato i Comuni di Camisano, Castel Gabbiano e Casale cremasco con Vidolasco, paesi a valle del sito inquinato. Della vicenda, come riportato da Duranti, si è interessato solo Antonio Grassi, sindaco di Casale che ha chiesto quali fossero i pozzi di cui far analizzare le acque. Una richiesta rimasta insoddisfatta sino al 23 dicembre dello scorso anno.

“I tempi di individuazione dei pozzi per le analisi sono stati veramente lunghissimi. Molti degli inquinanti  sono leggeri e quindi difficili da trovare, con il reale rischio di essere ingeriti tramite  l’uso irriguo o zootecnico – ha proseguito Duranti – Apprendiamo in questi giorni dai giornali che in tre pozzi a Castel Gabbiano e Camisano sono stati riscontrati superamenti dei limiti”.

E’ comunque da sottolineare come la Flamma SpA, come soggetto non responsabile, aveva segnalato agli organi competenti già nel 2014 la presenza di triclorometano nelle acque sotterranee. Già, perché la ditta di Isso non utilizza TCM e TCE nei propri processi produttivi.

Oltre al comitato No Gasaran Segnano – Alto Cremasco si sono interessati alla vicenda il consigliere comunale di Crema Emanuele Coti Zelati (La Sinistra), che ha annunciato un esposto alla Procura: “Sembrerebbe emergere l’inquietante scenario secondo cui gli organi di vigilanza non avrebbero svolto il loro compito: come possiamo fidarci delle autorità competenti che hanno l’obbligo di vigilare sulla nostra salute per quanto riguarda l’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo?”.
Ora anche i 5 Stelle sono passati dalle parole ai fatti. Il candidato alle elezioni regionali Federico Balestrieri ha presentato l’esposto questa mattina in Procura. “E’ fondamentale che gli organi preposti si attivino immediatamente per individuare la sorgente inquinante, fonte di tali sostanze indesiderate. Dal punto di vista della prevenzione primaria, non è assolutamente accettabile che gli Enti e le Istituzioni preposte alla tutela ambientale ed alla Salute dei cittadini agiscano con un così grave ritardo nella verifica di situazioni a rischio. Ritardo che non ha altra giustificazione, se non gravi carenze di comunicazione e di coordinamento tra le realtà Istituzionali preposte alla tutela della salute dei cittadini”.

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