Cronaca

Confcommercio rompe con il Comune ed esce dal Duc: 'La Misura è colma'

L’ipotesi di realizzazione di una nuova area commerciale nell’ex Armaguerra è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei commercianti, che non solo promettono battaglia: Confcommercio Cremona annuncia addirittura la propria uscita dal Distretto Urbano del Commercio, ossia il tavolo in cui si radunano tutte le associazioni di categoria insieme all’Amministrazione comunale, per decidere le iniziative da portare avanti in città e per discutere di altre tematiche varie.

“La misura è davvero colma: come Confcommercio usciamo dal Duc”: con queste parole inizia la nota, secca, del presidente Vittorio Principe. “Con l’area Armaguerra siamo di fronte all’ennesimo, assurdo e gravissimo attacco alle piccole imprese commerciali della nostra città. Se un’amministrazione pubblica da un lato dichiara di voler favorire il turismo e la fruizione commerciale di Cremona e dall’altro attenta sistematicamente, con scelte gravi, alla sopravvivenza di molti piccoli imprenditori, abbiamo seri motivi di preoccupazione e di indignazione.   Purtroppo dobbiamo constatare che, quando non c’è una visione ed una strategia precisa sul futuro della città, si sceglie la scorciatoia più facile.

Non è la prima volta che, per riqualificare un’area degradata e dismessa, il Comune come prima cosa autorizzi l’insediamento di nuove superfici commerciali. Così se da un lato (forse) si rigenera, dall’altro si dà il colpo di grazia a chi cerca di sopravvivere in questo periodo di grave crisi.
Ci chiediamo se l’Amministrazione abbia mai sentito parlare di altre forme di recupero di zone dismesse, come, ad esempio quelle legate a centri polifunzionali sportivi, musicali, museali, anche affidati a privati.

Nella nostra opinione, una città moderna e viva non è fatta solo di centri di media e grande distribuzione. E’ fatta anche di un insieme di “poli” che, in modo equilibrato, portino il flusso di consumatori e visitatori verso tutte le aree urbane, in primis verso quelle servite da aziende esistenti. In un centro storico, poi, in cui calano le presenze – ed i dati sono ben chiari al Comune –  si deve facilitare l’accesso dei fruitori, magari evitando di creare sempre nuovi attrattori fuori dai circuiti tradizionali del commercio. Su queste valutazioni ho avuto modo di confrontarmi, ottenendone la piena condivisione, anche con Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro e con i comitati di commercianti, come quelli della galleria 25 aprile, di via Mazzini e via Garibaldi, che stanno spontaneamente sorgendo per manifestare lo stato di grave disagio in cui versano.

Possiamo già immaginare la risposta dei nostri amministratori: si tratta di scelte che vengono da lontano, non l’abbiamo deciso noi. Nella logica che la colpa è sempre di qualcun altro, ma le conseguenze le patiscono le imprese. Riteniamo invece che chi amministra una comunità debba avere coraggio e visione anche per contrastare le scelte sbagliate prese da altri. Ma bisogna avere coraggio e visione, appunto. Ecco perchè, vista la situazione di gravissima crisi, innescata anche da scelte devastanti, abbiamo deciso di uscire da un consesso, come quello del Duc, ormai ridotto ad una colossale presa in giro.

Sì, perchè le decisioni vere, quelle importanti, sono sempre prese altrove e noi le apprendiamo solo dai giornali. E visto che la situazione di crisi è stata innescata anche dalle tante scelte sbagliate, chiediamo al Comune l’immediata apertura delle zone chiuse dalla Ztl, in primis il tratto che da via Manzoni porta a piazza Marconi. Vorremmo che la stessa solerzia che l’amministrazione dimostra verso i nuovi insediamenti venga messa anche al servizio di chi è già sul mercato”.

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