Cronaca

Banda dei pannelli solari, arrestato 'l'Elettricista': era latitante da un anno

L'intervento dei carabinieri e il maggiore Rocco Papaleo

E’ finito in manette l’ultimo membro della banda che razziava pannelli solari, destinandoli poi al deserto, in Marocco. Nei giorni scorsi i Carabinieri di Cremona, agli ordini del maggiore Rocco Papaleo, hanno infatti rintracciato l’uomo, H.E.H., marocchino 46enne, che già nel marzo 2017 era stato destinatario di una ordinanza di custodia cautelare, dovendo rispondere dei furti commessi nelle province di Cremona, Brescia, Bergamo e Mantova tra il 2016 e il 2017.

Sfuggito alla cattura, era latitante da circa un anno, in quanto fuggito in Marocco prima di essere preso. Al termine di una operazione di intelligence, guidata dal sostituto procuratore Ignazio Francesco Abbadessa, l’uomo è stato finalmente arrestato. Era noto come “l’elettricista”, in quanto era il tecnico della banda: si avvaleva dell’esperienza accumulata presso un’azienda di Brescia, per dedicarsi al furto. Un fratello sceglieva gli obiettivi, mentre lui faceva sopralluoghi tecnici, cercando di capire se c’era la possibilità di effettuare o meno il furto. Si occupava anche dell’asportazione vera e propria dei pannelli, con una grande abilità, tanto che veniva chiamato anche da altre bande operanti in Italia, a Udine, in Emilia Romagna e a Chieti. Quando vi fu il Blitz si trovava proprio in quest’ultima località, e non rientrò più presso il suo domicilio di Bergamo: fuggì prima a Barcellona e quindi in Marocco. Al suo rientro in Italia, è però stato individuato dagli investigatori, che sono riuscite a mettergli le manette ai polsi presso l’aeroporto di Orio al Serio.

Interrogato dal gip di Cremona, ha confessato ogni cosa. A lui erano contestati nove furti, per quasi mezzo milione di euro di danni, ad aziende agricole e altre operanti nel settore dell’energia.

Gli altri componenti, marocchini, avevano patteggiato la pena durante l’udienza dello scorso ottobre. In particolare, El Hassan Majidi, 39 anni, domiciliato nel bresciano, ha patteggiato la pena più alta: due anni e otto mesi di reclusione, mentre Najim El Krioui, 43 anni, anch’egli residente nel bresciano, l’unico incensurato, ha patteggiato quella più bassa, un anno e otto mesi, pena sospesa. Gli altri, Adil Qibbouch, 34 anni, della provincia di Monza e Brianza, Fouad El Manfalouti, 30 anni, residente nel bresciano e Ahmed Hamdate, 41 anni, residente nel bresciano, hanno patteggiato due anni e sei mesi. L’unico italiano del gruppo, Giuseppe Besana, 39 anni, bergamasco, ha chiesto ed ottenuto di essere processato con il rito abbreviato.

Un bottino, quello accumulato dalla banda, pari a 1.480 pannelli e 3 inverter, questi ultimi apparecchi per la realizzazione di sistemi energetici autonomi, per un valore complessivo di 470.000 euro.

La banda agiva di notte, tagliando le reti metalliche di recinzione, mettendo fuori uso l’allarme, e rubando i pannelli, che venivano caricati su mezzi e trasportati per l’imbarco su navi attraverso il porto di Genova o in Spagna dove, tramite la predisposizione di fatture false, venivano trasferiti direttamente in Marocco, uno dei maggiori produttori mondiali di energia elettrica con sistema di pannelli solari. Nel luogo di destinazione i moduli venivano venduti sul mercato clandestino al prezzo di circa 100 euro l’uno e collocati in ampie aree desertiche per la produzione di energia elettrica.

Laura Bosio

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