Ambiente

Smog: Italia inadempiente verso UE, a Cremona aria avvelenata un giorno su due

foto di repertorio

Scade oggi, venerdì 9 febbraio, l’ultimatum dell’Ue all’Italia e altri 8 Paesi – tra cui Francia, Germania e Spagna – per prendere nuove misure antismog, l’ennesimo ultimatum dopo una serie di proroghe.  Entro questa sera dovranno arrivare  sul tavolo del commissario UE all’ambiente Karmenu Vella provvedimenti “puntuali e credibili”; in caso negativo, ci sarà il rinvio dei Paesi davanti alla Corte di giustizia europea, dove sono già stati deferiti Bulgaria e Polonia.

L’Italia sta ultimando “l’invio di un nuovo documento”, fa sapere il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti. Si tratta, ha spiegato, “dell’illustrazione di interventi, prevalentemente in materia di energia e mobilità, che non erano stati ancora portati a conoscenza della Commissione europea”. Interventi che su Cremona, peggiore provincia d’Italia per concentrazione media annua di Pm10 nel 2017, evidentemente non hanno avuto alcun effetto, se è vero che rispetto al 2016 lo smog è aumentato: da una concentrazione media di 32,3 microgrammi al metro cubo, a 41,3 microgrammi al metro cubo. Nemmeno Milano e hinterland, zone enormemente più industrializzate, hanno superato la soglia di 40, fermandosi a 39,9. In questo modo, Cremona ha ecceduto il dato medio di inquinamento tollerato secondo gli standard europei, ma nessuna città può vantare un’aria veramente salubre, conforme cioè alle raccomandazione dell’OMS che abbassano l’asticella del PM10 ad una media annua inferiore a 20 mg/mc.

Ma anche altri dati di Legambiente confermano la situazione assolutamente preoccupante in cui vivono i cremonesi. Si leggono nel rapporto “Mal’aria 2018 – L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, da cui emerge che tra i capoluoghi di provincia, solo Torino supera Cremona per numero di giorni con smog oltre i limiti: 112, contro i 105 di Cremona (stazione Fatebenefratelli). E se si aggiungono i giorni di superamento dei limiti dell’ozono, 73 nel corso del 2017, la città del Torrazzo si aggiudica il record nazionale di 178 giorni all’anno di aria malata. Un giorno su due respiriamo veleni.

Il  peggioramento del 2017 rispetto al 2016 è attribuito da Legambiente a una minore piovosità, registrata soprattutto nelle località della bassa Padana e a un aumento del traffico veicolare.

Su un periodo più lungo, i dati mostrano una tendenza al rallentamento del trend positivo in corso da decenni: la riduzione delle concentrazioni medie ha infatti lasciato il posto ad una stabilizzazione dei valori nell’ultimo quinquennio. Segno che, probabilmente, si sta esaurendo l’effetto del miglioramento delle motorizzazioni, in particolare per quanto riguarda i diesel, maggiori contribuenti allo smog urbano, per i quali la differenza in emissioni tra le immatricolazioni più recenti e la media del parco circolante appare sempre meno rilevante. Evidentemente, nè il piano regionale (PRIA), né l’accordo antismog delle regioni padane, stanno dando risultati differenti da quelli attesi in base alle tendenze di lungo periodo.

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