Cronaca

Referendum, perché i Garanti hanno detto sì: 'Evitare eccesso di potere delle istituzioni'

Il tracciato della Strada Sud

Il referendum sulla Strada Sud è previsto dalla normativa di riferimento, è presentato con un quesito che risponde ai requisiti richiesti di chiarezza, univocità e intelleggibilità, è da considerare come un ulteriore arricchimento al dibattito e al confronto ed evita di incorrere nell’eccesso di potere da parte delle istituzioni: questi i caposaldi delle motivazioni che hanno spinto il Comitato dei Garanti a dare il via libera al quesito referendario presentato dal Comitato promotore, presieduto da Maria Cristina Arata, definendolo legittimo.

Nel prendere la decisione, i Garanti hanno ritenuto fondamentali i documenti acquisiti, ossia quanto presentato dal Comitato Promotore. Ha invece scelto di non sentire la parte contrapposta, ossia il Comitato No Strada Sud, in quanto “il regolamento del referendum consultivo comunale non prevede l’audizione di terzi rispetto ai delegati del comitato promotore e all’amministrazione comunale”.

Entrando nel merito delle varie questioni, secondo i garanti l’istanza referendaria “trova conferma nella normativa di riferimento”, ossia lo Statuto del Comune, che prevede appunto “l’indizione di un referendum consultivo, in seguito a specifica raccolta firme”. Cosa che, per i Garanti, “è stata fatta in modo regolare dal comitato promotore, che ha raccolto 768 firme a fronte delle 300 necessarie”. Essendo tutto conforme, “va in via pregiudiziale pronunciata la procedibilità dell’istanza referendaria, essendo conforme alla normativa di riferimento”.

Secondo i garanti “la valutazione non può prescindere da tutta la documentazione e le dichiarazioni acquisite durante l’istruttoria, in rappresentazione di interessi della collettività, anche se in contrapposizione con i programmi dell’ente istituzionale, come nel caso di specie, evitando di incorrere nell’eccesso di potere”. Tanto più che il referendum “non rientra tra le materie per le quali non può essere proposto referendum”.

I Garanti, nel prendere la propria decisione, hanno quindi ripercorso l’iter storico della Strada Sud. La variante che la prevedeva era stata approvata dal consiglio comunale il 28 gennaio 2013, a conclusione di un percorso iniziato nel 2010. La Strada Sud è quindi stata inserita nel Pgt il 6 febbraio 2013. Inoltre la Giunta il 1º giugno 2011 aveva approvato il progetto preliminare dell’opera, predisposto da Autostrade Padane Spa. Dall’ascolto dei tecnici degli uffici comunali che hanno illustrato il suddetto progetto, è emerso che “esso ha già avuto un parere di massima favorevole da parte della Soprintendenza in merito al vincolo paesaggistico del Complesso San Sigismondo. Il progetto definitivo è stato consegnato agli uffici comunali nell’estate 2014 ma non è stato oggetto di approvamento della giunta, dunque non si è arrivati al progetto esecutivo”.

La Giunta attuale prevede invece di rinunciare definitivamente al progetto, proponendo soluzioni adeguate per la riduzione del traffico in via Giordano, per evitare ulteriori urbanizzazioni e consumo di suolo. Per questo si vuole stralciare la variante al Pgt che prevede la Stada Sud. Lo stralcio è stato approvato dal consiglio comunale il 4/7/2016. Tale variante è stata resa pubblica il 21/11/2017, lasciando tempo fino al 19/01/2018 per presentare osservazioni e istanze. “Nel corso dell’istruttoria non è emerso alcun elemento fattuale o normativo per far ritenere che l’attività programmata da questa amministrazione per lo stralcio del progetto preliminare della Strada Sud rivesta carattere di urgenza, né che il mantenimento del progetto preliminare della stessa possa portare ad un’irreversibilità della scelta degli strumenti di pianificazione del territorio del Comune di Cremona, desumendosi da ciò che si possano conciliare la discussione politica e civile e il confronto tecnico anche con i tempi di svolgimento del referendum richiesto, dalla cui funzione consultiva non scaturisce alcun vincolo o obbligo per l’attività amministrativa, se non nei limiti di quanto previsto nell’art 12 del regolamento sul Referendum del Comune di Cremona”.

Del resto, per i garanti, la consultazione referendaria “è da considerare come un ulteriore arricchimento al dibattito e al confronto tra la Comunità locale e l’ente istituzionale, che nella gestione della cosa pubblica è deputato alla mediazione tra i diversi interessi in essa coesistenti”.

Il documento stilato dal comitato Garanti contiene anche le motivazioni dell’avvocato Giovanni Pigolotti, presidente del comitato stesso, secondo cui “non è sufficiente che la collettività di cittadini avverta un determinato problema come proprio perché sullo stesso possa essere indetto un referendum, essendo necessaria la competenza primaria ed esclusiva del comune in materia. Dunque il referendum è ammissibile solo quando il Comune abbia sulla materia oggetto della proposta competenza esclusiva”. Invece per quanto riguarda il Pgt, “il documento di Piano, il piano dei servizi e il piano delle regole devono essere trasmessi alla Provincia perché valuti esclusivamente la compatibilità del documento di piano con il proprio piano territoriale di coordinamento vigente. Il documento di piano deve essere altresì trasmesso all’Asl e all’Arpa affinché formulino le proprie osservazioni, tra l’altro, sugli aspetti di tutela ambientale, sulla prevista utilizzazione del suolo e sulla localizzazione degli insediamenti produttivi. Per questi motivi la materia urbanistica in cui rientra il quesito referendario non si può reputare di esclusiva competenza locale e quindi non può essere oggetto di referendum consultivo”.

Non è tutto. Per l’avvocato Pigolotti, “il mantenimento del progetto della Strada Sud nella pianificazione urbanistica vigente nel Comune di Cremona richiederebbe l’acquisizione del parere Aipo, per quanto riguarda le opere di attraversamento del Canale Morbasco e dell’Ente Parco in ordine al Plis interessato dal tracciato (che peraltro coinvolge anche altri comuni del territorio, ossia Gerre de’ Caprioli, Bonemerse, Castelverde, Sesto Uniti, Spinadesco e Stagno Lombardo)”.

Altra questione riguarda il livello di avanzamento del procedimento di revisione del Pgt avviato dall’attuale Giunta, che prevede lo stralcio. Infatti, anche se il procedimento non è ancora giunto a conclusione, con gli effetti vincolanti che ne derivano, “si ritiene che la richiesta referendaria sia tardiva, dal momento che l’attività consultiva deve precedere l’attività decisionale e non seguirla” in quanto la partecipazione popolare non può essere “una verifica a posteriori da parte dei cittadini di scelte già definite con provvedimenti formali”.

Laura Bosio

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