Lettere

Referendum, assurda decisione
del Comune di non
cambiare idea su Strada Sud

da Maria Vittoria Ceraso - consigliere comunale Obiettivo Cremona

Gentilissimi,

esprimo grande soddisfazione per l’esito positivo dell’esame di legittimità e di ammissibilità della proposta referendaria avente ad oggetto la Strada Sud da parte del Comitato Garanti.

Sono però perplessa rispetto alla motivazione che ha portato uno dei garanti, l’avv.Giovanni Pigolotti, ex Sindaco di centrosinistra del Comune di Dello (BS) ad esprimere un voto contrario sostenendo, in punta di diritto urbanistico, che la Strada Sud, per la sua collocazione a cavallo dei territori, non sarebbe comunale ma sovracomunale e di conseguenza non potrebbe essere oggetto di referendum per i cittadini cremonesi. In proposito vorrei ricordare come il tracciato della Strada Sud insiste solo sul territorio del Comune di Cremona e non è previsto nel PGT di altri Comuni.

In ogni caso non mi risulta che l’Amministrazione abbia condiviso la decisione di stralcio del suddetto progetto con altri Enti sovracomunali, ad esempio con il Plis (Parco locale di interesse sovracomunale del Po e del Morbasco), come di certo avrebbe dovuto fare se l’opera non fosse di esclusiva competenza del Comune di Cremona. Anzi mi sembra che quando qualche Comune limitrofo si sia permesso di esprimere la sua contrarietà alla cancellazione dell’opera (ricordo l’intervento pubblico Gerre de Caprioli) e abbia proposto un momento di confronto condiviso con gli altri Comuni della cintura che compongono il Plis stesso, l’Amministrazione Galimberti abbia bellamente ignorato la richiesta rivendicando la propria piena autonomia di decisione sulla materia.

Ma ciò che trovo davvero sconcertante è che l’Amministrazione, a prescindere dal Referendum, abbia manifestato la sua volontà di non arretrare rispetto alla decisione di stralcio della Strada Sud. Vorrei ricordare al sindaco, agli assessori e a tutta la maggioranza, che continuano ad affermare di essere stati votati anche per aver promesso di cancellare la Strada Sud, che dovrebbero citarla per intero quella promessa che parlava di “rinuncia all’opera a fronte dell’elaborazione di soluzioni adeguate per la riduzione del traffico in via Giordano”.

Ma quali sarebbero le soluzioni promesse ed elaborate fino ad oggi che mantengono l’impegno elettorale per il quale sono stati votati? Questa amministrazione non dovrebbe preoccuparsi di elaborare progetti invece di cancellare l’unico di fatto ad oggi esistente? L’assessore Manfredini ha citato spesso il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile nel quale saranno contenute le soluzioni per la viabilità di Via Giordano. Perché non aspettare il piano allora prima di stralciare la Strada Sud? Forse perché i tempi sarebbero un po’ troppo lunghi visto che il procedimento è stato avviato a giugno 2016 (due anni dopo l’insediamento di questa Giunta), le linee del piano approvate a novembre 2016 e la procedura per l’affidamento dell’incarico per la redazione dello stesso è stata avviata ben un anno dopo, dicembre 2017, e non è ad oggi ancora conclusa.

Insomma una vera priorità per questa amministrazione che ha già dimostrato come la redazione del Pums sia solo una formalità, visto che la maggior parte delle decisioni in tema di viabilità cittadina la Giunta le ha già assunte a prescindere dagli studi di traffico e dal piano stesso. E via Giordano ne sta pagando le conseguenze in termini di aumento di traffico e della incidentalità.

Ma ciò che mi sta più a cuore è che l’Amministrazione mantenga un’altra promessa elettorale che è quella contenuta nelle linee programmatiche del Sindaco al punto 10 “Una pubblica Amministrazione efficiente che costruisce partecipazione” con la quale la stessa si impegnava a far sì che il Comune diventasse un soggetto in grado di catalizzare, gestire e mettere a sistema contributi di natura diversa, in un’ottica di co-progettazione e co-costruzione delle policies.

Ma è boicottando o ignorando l’esito di un Referendum che si pensa di valorizzare la partecipazione dei cittadini? Vorrei ricordare a questa amministrazione che il referendum popolare è protetto, nella nostra Costituzione, come un mezzo per esercitare un diritto fondamentale di partecipazione politica, trattandosi di uno strumento di espressione della sovranità popolare a cui è necessario garantire, come a tutti i diritti fondamentali la massima espansione delle libertà. Così come non sarà lo spauracchio dei costi a togliere valore ad uno strumento così importante.

Da quando i costi della democrazia sono considerati una spesa inutile? E non è forse questa maggioranza che in Consiglio Comunale ha votato contro la norma che avrebbe permesso l’accorpamento del Referendum alle elezioni nazionali e regionali? Come mai in quell’occasione non si è tenuto conto dei maggiori costi che si dovrebbero sostenere impedendo l’accorpamento? E non mi si dica che i tempi non ci sarebbero stati per far svolgere il Referendum a marzo perché il quesito è stato deposito il 31 ottobre e questa Amministrazione, anche in violazione delle norme del Regolamento del Referendum Comunale che prevedevano termini stringenti, non ha fatto nulla per rispettarli sia per la nomina dei garanti sia nella trasmissione agli stessi del quesito.

In ogni caso non saranno certo le posizioni antidemocratiche di questa Amministrazione a scoraggiare i promotori del Referendum che stanno dimostrando competenza, passione e determinazione nel salvaguardare un progetto che da 80 anni è presente negli strumenti urbanistici della nostra città.

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