Cronaca

Duplice omicidio allo Zaist: 'Mia moglie mi trattava male' Venerdì l'interrogatorio di Wu

E’ stato fissato per domani mattina alle 9 in carcere l’interrogatorio di garanzia di Wu Yongqin, il 50enne cinese arrestato ieri dai carabinieri per il duplice omicidio della moglie Chen Aizhu, 46 anni, e di Wen Jun Ye, il bimbo di tre anni, figlio di una coppia di cinesi che lo aveva lasciato alle cure della 46enne per potersi recare al lavoro. Entrambi, infatti, sono commessi al mercatone Hao mei di via Giuseppina. Il gravissimo fatto di sangue si è consumato ieri verso le 10 tra le mura domestiche di un condominio dell’Aler al terzo piano di via Fatebenefratelli. Il cinese, colto da un raptus di follia, si è armato di mannaia e ha fatto un massacro. La moglie, rincorsa per tutta la casa, è stata finita sul balcone, mentre il piccolo, ferito in modo gravissimo, è morto poco dopo il ricovero in ospedale. Dal racconto del 50enne, sentito ieri in caserma con l’aiuto di un’ interprete dal pm Carlotta Bernardini, pare che tra i due coniugi, entrambi disoccupati (lui percepisce la pensione di invalidità), ci fossero contrasti da molto tempo. Lui avrebbe dichiarato che la moglie lo trattava male. E poi liti sulla gestione del denaro, del figlio 13enne, tornato a casa da scuola subito dopo il fatto e ora ospitato presso i servizi sociali in attesa che venga rintracciato qualche parente. Forse all’orgine dell’ennesima discussione di ieri un problema con il passaporto scaduto. Per il 50enne sarebbe stata colpa della moglie che non avrebbe voluto andare a Milano al consolato entro i termini previsti per il rinnovo. Fatto sta, come ha ribadito l’avvocato Luca Curatti, “che lui non voleva assolutamente tornare in Cina”. Intenzione del legale è quella di chiedere una perizia psichiatrica per verificare le condizioni psicofisiche del cinese, seguito dai servizi sociali in quanto in passato aveva tentato il suicidio gettandosi da una finestra. Ieri pomeriggio, intanto, la procura ha dato incarico al medico legale di effettuare l’autopsia.
Sara Pizzorni

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