Cronaca

Disastro ferroviario Samuela, pendolare cremasca: 'Un incubo'

“Mi sembra di aver visto un brutto film, invece era la drammatica realtà”. E’ illesa ma sotto shock Samuela Begarelli, pendolare 39enne residente a Trescore Cremasco che questa mattina ha vissuto in prima persona il disastro ferroviario di Pioltello.

Come ogni mattina da 3 anni, ha preso il treno 10452 alla stazione di Casaletto Vaprio, per raggiungere il proprio ufficio a Milano. “Stavamo viaggiando tranquilli. Poi all’improvviso il convoglio ha iniziato a sobbalzare, la luce andava e veniva”. Delle brusche frenate e il treno si è completamente arrestato.

“Ci siamo guardati in faccia senza capire nulla. Una signora ha chiamato una conoscente che si trovava qualche vagone dietro il nostro (Samuela era in prima carrozza, ndr) che diceva di essere caduta e aver battuto la schiena. Abbiamo provato a raggiungerla, ma il treno era inclinato e la porta inagibile”.

Un convoglio vecchio, da cui era impossibile uscire anche dai finestrini: “Erano bloccati. Ci hanno aperto le porte dopo 15 minuti e siamo scesi. E lì ho visto un incubo”.

La prima carrozza era intatta, la seconda storta e danneggiata. Dietro, 50 metri di vuoto e l’altro vagone, accartocciato contro un palo. L’ultimo, perpendicolare al resto del treno. Una scena da brivido. “Chi era illeso è sceso con dal treno, aiutando gli altri, chiamando aiuto”.

Gente stipata nelle carrozze, in viaggi che da sempre sono accompagnati dalle lamentele dei pendolari: carrozze gelide che restano vuote e altre, un po’ più calde, piene di persone come carri bestiame. In molti restano in piedi, specie dopo la salita dei passeggeri di Treviglio. “E’ lì che c’è più flusso”, racconta Samuela.

“Chi stava bene è stato fatto salire su un treno per Segrate. Ci hanno mollati lì, senza dirci nulla, spiegandoci solo che sarebbero passati dei pullman per Milano”. Ma i bus, dopo quasi 90 minuti, non sono arrivati e Samuela è riuscita a tornare a Trescore grazie al passaggio di una ragazza. “Viviamo disagi giornalieri da anni. E oggi questa tragedia. E’ tutto assurdo”.

Ambra Bellandi

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