Omicidio di moglie e bimbo di 3 anni: causa, le troppe liti Contrasti per il passaporto
Davanti al magistrato Carlotta Bernardini, ai carabinieri e al suo avvocato Luca Curatti, legale d’ufficio poi diventato di fiducia, in tarda mattinata Wu Yongqin, il 50enne cinese ora in carcere con l’accusa di duplice omicidio, ha reso alcune dichiarazioni che però, come ha sottolineato il suo avvocato, “saranno tutte da verificare”.
Il 50enne, che non parla italiano (durante l’interrogatorio era presente un’interprete), è appasto sotto shock, scosso e confuso. “Dal suo racconto”, ha spiegato l’avvocato Curatti, “sono emersi contrasti in famiglia, discussioni all’ordine del giorno con la moglie per problemi familiari, come la gestione dei soldi e dei figli”. Pare che all’origine della lite di questa mattina ci fosse un problema con il passaporto del 50enne. Da capire se l’uomo dovesse rinnovare il documento di soggiorno, o se l’avesse perso. Fatto sta, ha ribadito il suo legale, “che lui non voleva assolutamente tornare in Cina”.
Ovviamente resta da verificare cosa abbia scatenato un tale gesto di follia degenerato con l’omicidio della moglie Chen Aizhu e di Wen Jun Ye, il bimbo di tre anni che la coppia era solita ospitare quando i genitori del piccolo, entrambi commessi da circa tre anni al mercatone ‘Hao mei’ di via Giuseppina, lavoravano. Intenzione dell’avvocato Curatti è quella di chiedere una perizia psichiatrica per verificare le condizioni psicofisiche del cinese, disoccupato e seguito dai servizi sociali. L’uomo, che nell’interrogatorio di questa mattina avrebbe dichiarato che la moglie lo trattava male, vive con la pensione di invalidità.
Oggi pomeriggio alle 14.30, intanto, la procura ha dato incarico al medico legale di effettuare l’autopsia, mentre per le prossime ore è previsto l’interrogatorio di garanzia. Si cercano anche i parenti della coppia, che ha un figlio di 13 anni rientrato a casa poco dopo il gravissimo fatto di sangue. Per il momento del minore si stanno occupando i servizi sociali.
Sara Pizzorni