Cronaca

Part time e congedi parentali In Comune la parità uomo donna è ancora lontana

Nell'intero 2017 nessun dipendente maschio ha chiesto giorni di astensione obbligatoria per la nascita di un figlio (contro i 972 giorni delle donne); solo 8 i giorni complessivamente chiesti da uomini per congedo facoltativo contro i 763 giorni delle donne.

Sono ancora tante le disparità di genere tra uomo e donna nel mondo del lavoro, e a ribadirlo è il rapporto Oxfam diffuso ieri alla vigilia del forum economico mondiale di Davos. Se il dato più eclatante è che un amministratore delegato può percepire in poco più di un giorno una cifra pari al reddito medio che un lavoratore della sua stessa compagnia percepisce in un anno, suscita meno scandalo il fatto che all’universo femminile sia riservato appena il 28,4% dei profili dirigenziali nei luoghi di lavoro e, nel global gender gap che misura i divari uomo-donna, l’Italia sia solo all’82mo posto su 144 Paesi. Alle donne, per retaggio culturale e soprattutto in Italia,  spetta da sempre quel carico di lavoro non retribuito che consiste nella cura della famiglia e della casa, situazione che è tra le cause principali delle migliori opportunità riservate agli uomini nel mondo del lavoro.

IL PART TIME  E’ QUASI ESCLUSIVAMENTE FEMMINILE – Lo dimostrano anche i dati aggiornati al 31 dicembre 2017 del Comune di Cremona, che stanno alla base del recente “Piano triennale delle azioni positive” proposto dall’assessore Rosita Viola e approvato in Giunta la scorsa settimana. Il personale del Comune è prevalentemente femminile,  il 65,4% del totale, di cui il 39%  impiegato nelle Politiche Educative. Un primo dato che fotografa la situazione di disparità è l’utilizzo del part time a 18 ore, richiesto dal 3,8% dei dipendenti, ossia 26 persone, quasi tutte donne: 19, contro i 7 uomini che ne usufruiscono. Anche le altre tipologie di part time vedono una netta prevalenza di personale femminile: quello a 27 ore settimanali viene scelto da 36 donne contro 6 maschi; il part time a 30 ore, da 27 donne e da un suolo uomo. E’ da qui che deriva anche il gap salariale.

Un dato che apparentemente riporta equilibrio tra i generi è quello del personale dirigenziale: 7 uomini e 6 donne, tutti a tempo pieno. E in più la funzione di segretario geerale è da poco ricoperta da una donna.

LA CURA DEI FIGLI E DEI DISABILI – Capitolo che resta appannaggio delle donne. Nonostante le recenti leggi abbiano esteso agli uomini il diritto al congedo parentale un tempo riservato solo alle donne, in Comune nessun dipendente maschio ha chiesto giorni di astensione obbligatoria (contro i 972 giorni delle donne); 8 giorni sono stati chiesti da uomini per congedo facoltativo legato alla nascita di un figlio (contro i 763 giorni delle donne). E quando i figli si ammalano cosa è successo? Che le giornate di permesso retribuito sono state 30 per i papà e invece 112 per le mamme. Le mamme hanno usufruito anche di 13 giornate di permesso non retribuito per stare accanto ai figli malati, contro una sola giornata di un papà.

Le agevolazioni riservate ai dipendenti che devono assistere disabili (quasi sempre si tratta di genitori anziani, legge 104/92), hanno visto 5.293 ore di permesso retribuito richieste da donne e solo 1.258 ore richieste da uomini. E per quanto riguarda i giorni di aspettativa retribuita, nessun uomo ne ha richiesti mentre alle donne sono state accordate 261 giornate.

Tutti dati che confermano una situazione già nota, ma che il Comune vuole correggere, attivando le ‘azioni positive’ contenute nel piano triennnale da poco approvato. g.b.

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