Campagna elettorale, Malvezzi (FI) posa con Fontana: 'Con lui concretezza e umiltà'
“Al lavoro. Più Lombardia”. Lo slogan scelto per la campagna elettorale dal prossimo Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana rappresenta la sintesi più efficace dello stile e del metodo di governo che la coalizione di centrodestra ha utilizzato in questi anni in Regione”. Lo dice il Consigliere regionale di Forza Italia, Carlo Malvezzi, in una nota.
“Un quinquennio – spiega – durante il quale si è lavorato molto. Sono state approvate importanti riforme strutturali, come quelle della sanità e della casa, approvate leggi a sostegno delle imprese, della cooperazione, dell’innovazione e della ricerca, senza dimenticare i tanti provvedimenti che hanno aiutato concretamente le famiglie, a partire da quelle con figli attraverso la misura dei nidi gratis, e delle persone in difficoltà, mediante le azioni previste dal reddito di autonomia”.
Malvezzi ricorda che “i risultati concreti di questa legislatura sono già misurabili osservando il miglioramento dei principali indicatori economici, che vedono la Lombardia ai vertici di tutte le classifiche nazionali ed europee. Un buon lavoro riconosciuto evidentemente anche dai nostri avversari, dal momento che, come ha osservato Pierluigi Bersani, se dici che vuoi fare meglio ammetti che fino ad ora è stato fatto bene. Grazie al referendum di ottobre, inutilmente osteggiato dal centro sinistra, si sono gettate le basi per ottenere più Lombardia: maggiori competenze e maggiori risorse per le persone e le imprese lombarde”.
Il consigliere di Forza Italia sostiene che “il futuro Presidente Attilio Fontana ha tutte le carte in regola per proseguire questo lavoro, forte dell’esperienza di Sindaco, Presidente di ANCI Lombardia e del Consiglio Regionale. La concretezza e l’umiltà che ha dimostrato in questi primi giorni sono la prova che una coalizione solida e matura può disporre di persone affidabili e competenti per assumere ruoli di grande responsabilità. Al contrario il Partito Democratico, trasformato in un ‘partito radicale di massa’, ha ceduto alla cinica logica della ricerca e della gestione del potere fine a se stesso, privo di riferimenti ideali riconoscibili, abbandonato dal suo elettorato tradizionale e sostenuto solo da un una certa borghesia chic e dalla finanza, come dimostra la sua affermazione nei quartieri “ricchi” delle metropoli italiane e la debacle nelle periferie. Giorgio Gori è l’icona del renzismo che l’Italia intera sta rifiutando. Di fronte a questo vuoto è comprensibile quindi la scelta di Liberi e Uguali di fare, anche in Lombardia, una proposta politica che si rifaccia ai valori e ai riferimenti ideali della sinistra italiana, che, pur lontana dal mio sentire, riconosco degna di rispetto”.