Politica

Forfait di Maroni, al suo posto Fontana. Dal Pd l'auspicio di un centrosinistra unito

AGGIORNAMENTO – Arriva nel tardo pomeriggio di lunedì 8 gennaio la conferma del subentro di Attilio Fontana a Roberto Maroni nella corsa a presidente della regione Lombardia per il centrodestra. Lo ha annunciato il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, al termine della riunione del consiglio nazionale svoltasi a Milano. “Attilio Fontana – si legge nel comunicato stampa diffuso subito dopo – è stato indicato all’unanimità, da tutti i membri del Consiglio Nazionale della Lega Lombarda, come candidato governatore per la Regione Lombardia. “Ringrazio il movimento per la fiducia espressa nei miei confronti – ha detto Fontana – sono onorato e darò il massimo per la nostra Lombardia. Prenderò immediatamente contatti con tutti gli alleati del centrodestra, che spero di incontrare entro la giornata di domani”.

Questa mattina in conferenza stampa in regione il governatore uscente Roberto Maroni ha annunciato la sua rinuncia a correre per le regionali, senza però confermare una sua discesa in campo per le Politiche, destinazione apparsa a tutti la più ovvia, dopo l’annuncio dato ieri sera dai partecipanti al vertice del centrodestra di Arcore. Fuori microfono, ha fatto il nome dell’ex sindaco di Varese Attilio Fontana come suo subentrante, una soluzione che piace al segretario Matteo Salvini. Il Pd non si scompone, formalmente afferma (come fa Giorgio Gori, che oggi pomeriggio è atteso a Casalmaggiore) che nulla cambia e l’avversario da battere resta sempre il centrodestra, ma sotto sotto porta ottimismo il fatto di non doversi scontrare con un candidato forte come l’ex ministro dell’Interno. Attilio Fontana, avvocato, già presidente di Anci Lombardia, è figura ‘istituzionale della Lega, poco conosciuto al di fuori dell’ambito varesino.  La fuoriuscita di scena di Maroni suscita la reazione del vicesegretario Pd Andrea Virgilio, che, dopo il ‘Forza Gori’ di Renzi rilancia con “Adesso ancora più di prima in Lombardia occorre fare il possibile per un grande centrosinistra unito”.

“Roberto Maroni ha deciso di non ricandidarsi alla presidenza della Regione Lombardia, il mio avversario è sceso dal ring – ha dichiarato Gori – In questi mesi, ogni giorno, ho lavorato sul nostro progetto, mi sono preparato, ho studiato, immaginando di dovermi confrontare con lui. Una sfida tosta, mica una passeggiata, che nonostante i pronostici ho però sempre pensato di poter giocare fino in fondo. E invece non sarà lui. Ieri sera gli ho telefonato. Mi ha confermato la notizia e mi ha esposto le sue motivazioni che ovviamente per correttezza non riferirò. So che in conferenza stampa oggi dirà di aver fatto molto per la #Lombardia. Gli devo rispetto, ma sono di avviso completamente diverso. In Lombardia si può (si deve) fare molto di più, molto meglio di quanto ha fatto il centrodestra, soprattutto negli ultimi anni. Non c’è aspetto della vita pubblica – dal lavoro al welfare, dall’ambiente ai trasporti – che non indichi ampi margini di possibile miglioramento, soprattutto a vantaggio dei gruppi sociali e dei territori più fragili. Saluto dunque Roberto Maroni, e gli auguro un buon futuro. Noi continuiamo la nostra marcia, qualunque sia il nome del nuovo competitor. Rappresenterà comunque ciò che con le nostre idee e le nostre energie siamo impegnati a cambiare e a #faremeglio”.

“La Regione Lombardia ha bisogno di una guida nuova che abbia convinzione, idee e progetti per migliorare la sanità, i trasporti e la qualità del nostro ambiente – afferma il segretario regionale Pd Alessandro Alfieri -. Per noi quella persona è Giorgio Gori e continueremo a lavorare per far conoscere la sua e la nostra proposta a tutti i cittadini lombardi. Degli anni di amministrazione Maroni abbiamo un giudizio chiaro, negativo, perché non ha dato alcuno slancio alla Regione e ha tradito anche le irrealizzabili promesse iniziali sull’autonomia fiscale. Tuttavia il nostro avversario è il centrodestra, che si chiami Maroni, Gelmini o chiunque altro, e che siano ragioni personali o alchimie romane a definire chi sarà il loro portabandiera non cambia il nostro percorso e il nostro impegno. Domani come oggi saremo impegnati in questa importante e impegnativa campagna elettorale.”

PD, PRIMA USCITA DA CANDIDATO PER PILONI – Lavoro, pianificazione e infrastrutture. Queste le tre parole chiave della candidatura al Consiglio regionale di Matteo Piloni, attuale assessore comunale di Crema che ieri ha ufficializzato la propria discesa in campo in un momento conviviale al bar DaVinci, a Crema. Emozionato come lui stesso ha ammesso, il candidato del Pd per la provincia di Cremona (insieme ai cremonesi Burgazzi, e Pontiggia) ha scelto lo slogan “Diamoci da fare”.

L’obiettivo primario è quello di avvicinare la Regione ai cittadini e ai problemi del territorio, “ma non posso farlo da solo, ho bisogno di tutti voi”. Dopo i ringraziamenti ad Agostino Alloni (consigliere uscente) “per il lavoro che in questi anni ha svolto e per avermi dato la possibilità di candidarmi, scegliendo di interrompere la propria carriera politica”, a Cinzia Fontana e Stefania Bonaldi, Piloni ha sottolineato: “Un voto a me è un voto a sostegno di Giorgio Gori. Perché la Lombardia, dopo 23 anni di centrodestra, ha bisogno di aria nuova e di persone che abbiano occhi diversi”. Presenti alla conferenza stampa tanti sostenitori e esponenti politici del Pd: dalla Giunta comunale di Crema ai rappresentanti cremonesi Davide Viola e Carlo Vezzini, ma anche il sottosegretario Luciano Pizzetti.

In concreto, e torniamo alle parole chiave: il lavoro deve andare di pari passo con la formazione, così da “permettere alle aziende del territorio di fare impresa e creare sviluppo”. La pianificazione “che ho imparato a conoscere in questi anni da assessore, deve essere organizzata in un’ottica territoriale, così da tutelare l’ambiente e diminuire il consumo di suolo”. Un compito che spetta all’Ente regionale: unire i territori e “obbligarli ad immaginarsi come un unico corpo”. Ultimo, ma non per ordine di importanza, il tema delle infrastrutture e della mobilità. Tema spinoso per la provincia di Cremona, “che da anni è abbandonata a sé stessa e tagliata fuori, perché la Regione troppe volte ha girato le spalle e mancato di buona volontà”, ha commentato Piloni. Parte dunque una fitta agenda di appuntamenti per il candidato, che affronterà 8 settimane di campagna elettorale tutta incentrata a trasmettere il legame con il territorio, “legame che sento da sempre e che ho imparato a coltivare”. Prima del brindisi un promemoria: “Si vota il 4 marzo. Lavoriamo perché il Pd esca bene da questa competizione elettorale, tanto difficile quanto importante”.

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