senza il neo papà Collocolo
un Natale grigiorosso
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Nel processo Aemilia che si sta celebrando a Reggio Emilia, ‘Libera contro le mafie’ è parte civile. In un comunicato, il coordinamento di Libera Cremona spiega la sua posizione riguardo alle ultime vicende:
“Libera contro le mafie”, si legge nella nota a firma Marco Bignelli, referente del coordinamento provinciale Libera di Cremona, “reputa la presenza della ‘ndrangheta nei territori emiliani, mantovani e cremonesi un fatto molto grave che mina le fondamenta politiche, economiche e sociali delle nostre città”. Importante, anche per questo motivo, monitorare quanto sta emergendo dal processo. “Oltre a quest’opera di monitoraggio”, scrive Bignelli, “i volontari di Libera contro le mafie, insieme ai volontari di Arci, promuovono la conoscenza dei contenuti del libro ‘Mafie all’ombra del Torrazzo’: un testo importante per conoscere le vicende di mafia legate al nostro territorio.
Cremona non è un’isola felice rispetto alla presenza delle organizzazioni criminali! E’ terribilmente sbagliato e irresponsabile dare questa immagine confortante della nostra città e del nostro territorio.
A forza di non parlare di mafie al nord (le uniche voci sono quelle di Libera e delle sue associazioni), a forza di sottovalutare il fenomeno e contestualmente il lavoro antimafia delle istituzioni, si arriva al risultato di trovare “pazzesche” le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia (un “pentito”) nel quadro di un processo”.
Il riferimento è a quanto affermato dal pentito Salvatore Muto. Dichiarazioni, le sue, che verranno valutate dalla magistratura, ma “la responsabilità degli organi di stampa è quella di non ‘sottovalutarle’: esse vanno inserite all’interno del contesto su quanto sta emergendo dal processo e dovrebbero spingere l’opinione pubblica a farsi delle domande sulle feste ‘Calabria a Cremona’ e sull’Associazione Nexus: l”ndrangheta ha una maschera bonaria che non riconosciamo? Le organizzazioni criminali si mimetizzano così bene? E come? E con quali scopi?”.
“Il dato di fatto”, si legge ancora nella nota, “è che le dichiarazioni di Salvatore Muto non hanno prodotto una volontà di approfondire cosa fosse l’Associazione Nexus, chi fossero gli sponsor e gli altri organizzatori delle feste ‘Calabria a Cremona’, nonché i rapporti con l’amministrazione comunale dal 2011 al 2014: non sappiamo se Salvatore Muto stia dicendo la verità, ma occorre approfondire, capire, non sottovalutare. Approfondire in modo serio non è solo responsabilità delle forze dell’ordine e della magistratura, ma anche degli organi di stampa, delle istituzioni e della società civile”.
“Da parte nostra”, conclude Bignelli, “continuiamo il nostro impegno: sollecitare l’amministrazione comunale (abbiamo scritto una lettera all’attenzione del Consiglio comunale e della giunta comunale), informare la cittadinanza, costruire progetti didattici che rendano edotti i ragazzi sulla gravità del fenomeno mafioso anche nei nostri territori, organizzare iniziative pubbliche – che immaginiamo – saranno sempre più orientate ad un approfondimento sull’organizzazione ‘ndranghetista.
Ci impegniamo inoltre a monitorare costantemente e passo dopo passo tutto quanto continuerà a emergere dalle udienze del processo Aemilia (il più grande processo contro la mafia al Nord), visto il fitto calendario di udienze programmate nel nuovo anno. Lo stesso impegno sarà profuso, nel momento in cui riprenderà con il secondo grado di giudizio, anche per il processo Pesci, strettamente correlato al processo Aemilia e che riguarda direttamente il nostro territorio”.