Cronaca

Mense scolastiche: cresce la richiesta di diete speciali, due terzi sono vegetariane

In crescita la richiesta di ‘diete speciali’ nelle mense scolastiche. E non esclusivamente per motivi di salute, di allergie o intolleranze, ma in misura sempre più significativa per rispondere a scelte della famiglia inquadrabili in ambito etico o religioso. Delle 362 diete speciali che vengono fornite ai bambini di elementari e scuola d’infanzia (quelle gestite direttamente dai cuochi del Comune o quelle fornite dalla Camst) ben 200 sono vegetariane. Un nuovo stile di alimentazione, a cui il Comune sta prestando attenzione, tanto da avere avviato il progetto sperimentale che consente ai piccoli scolari – anche quelle che non hanno esigenze di diete speciali – di scegliere tra due distinti menù, uno tradizionale e uno vegetariano, a parità di costo.

I dati sono stati forniti nell’ultima commissione Lavoro e Politiche educative dalla dirigente Silvia Toninelli. Nello scorso anno scolastico sono stati 3561 i bambini cremonesi che hanno usufruito della mensa a scuola, tra nido, infanzia, comunali e statali e scuole primarie statali, per un totale di 569.305 pasti.
Per i più piccoli, nella fascia di età del nido e della scuola d’infanzia comunale, i pasti sono preparati dai cuochi del Comune presso ciascuna sede; nelle scuole d’infanzia statali e nelle primarie invece vengono ‘rigenerati’ da parte dei cuochi Camst. E a quanto risulta al Comune (dati di customer satisfaction), l’apprezzamento generale è abbastanza alto. “Solitamente – ha specificato Toninelli – questo è un tema è controverso, ogni famiglia ha idee diverse. Diventa complicato trovare una percentuale di gradimento alta. Nelle nostre scuole raggiungiamo un gradimento dell’85-87%, una quota molto elevata”.

Una percentuale simile a quella delle famiglie in regola (o quasi) con i pagamenti, altro capitolo spinoso delle mense scolastiche. Sempre secondo i dati delle Politiche Educative, i pasti forniti nelle mense comunali registrano una percentuale dell’85% di pagamenti, un valore elevato ma solo grazie ai solleciti che gli uffici effettuano presso le famiglie e in vari modi, dalle mail agli sms con cui si avvertono le famiglie che il credito è finito o sta per finire (si paga infatti anticipato attraverso il sistema Easy Pay). Famiglie che spesso di mostrano distratte, indipendentemente dalla condizione sociale, quando si tratta di pagare un servizio del Comune. Il sistema Easy Pay, introdotto da qualche anno, è simile a quello delle carte prepagate: quando il  credito si esaurisce, pasto dopo pasto, bisogna ricaricare il conto ed è questo che spesso i genitori si dimenticano di fare. “Ciò non significa che i bambini restino senza pasto se il credito è esaurito”, ha spiegato Toninelli. “E’ una precisa scelta dell’amministrazione quella di non penalizzare i bambini. Nei casi di morosità sollecitiamo i genitori e, se il mancato pagamento persiste, si arriva al recupero coattivo delle somme. Questo vale per il 15% circa delle famiglie”.

g.b.

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