'Il boss della 'ndrangheta in una casa Aler a Cremona' Nuove dichiarazioni di Muto
Nuove rivelazioni cremonesi da parte del pentito Salvatore Muto, nell’ambito del processo Aemilia. Dopo aver gettato fango sul consigliere regionale Malvezzi, infatti, Muto nella sua deposizione nell’aula bunker di Reggio Emilia, ritorna sulle vicende cremonesi, puntando il dito contro Francesco Lamanna, 56 anni, uno dei capi della cosca di Nicolino Grande Aracri. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, tra le dichiarazioni di Muto quella che Lamanna, residente a Cremona, risultava nullatenente e nullafacente, tanto che abitava in una casa popolare della città pagando 150 euro di affitto al mese, nonostante fosse proprietario di una grandissima villa a Cutro.
Lamanna, di cui Muto era il braccio destro, è stato recentemente condannato a 22 anni di carcere nei riti abbreviati del processi Pesci e Aemilia. Egli comandava Cremona e Piacenza ed era uno degli uomini preferiti da Grande Aracri, che lo considerava in pratica il suo delfino. Nella villa di Cutro, ha raccontato Muto, Lamanna organizzava una grandissima festa per San Silvestro, in cui spendeva almeno 10mila euro in fuochi d’artificio.
Muto ha parlato ancora delle feste calabresi organizzate a Cremona alle ex Colonie Padane, per “promuovere l’immagine dei calabresi al nord”, che sempre secondo il pentito sarebbero state sponsorizzate proprio dalla consorteria, con 30mila euro, sia nel 2011 che nel 2012. Tutte dichiarazioni che però Nexus, l’associazione culturale attiva dal 2011 al 2014 con la finalità di promuovere e diffondere la cultura calabrese a Cremona, rispedisce al mittente e smentisce categoricamente, definendole “dichiarazioni infamanti”. E minaccia l’azione legale: a questo proposito ha dato mandato all’avvocato Marco Soldi di gestire la vicenda: innanzitutto con una lettera con cui smentisce e chiarisce la situazione, ma anche riservandosi “ogni più opportuna iniziativa nelle competenti sedi”.
