Cronaca

Strada sud, il sondaggio Due terzi dei votanti la vuole; nel 2011 prevalse il no

I lettori di Cremonaoggi che hanno votato attraverso facebook in merito alla cancellazione della strada sud dal Pgt, si sono espressi in maggioranza per il no. Dei 478 votanti che si sono espressi dal 1 dicembre ad oggi, 146 (31%) hanno manifestato la volontà che il tracciato sparisca definitivamente dalla programmazione del Comune; 332 (69%) hanno invece votato no, mantenendo così la speranza che un giorno possano essere trovati i fondi per realizzarla. Sei anni fa, nel 2011 quando CremonaOggi lanciò il suo primo sondaggio, proprio su questo argomento, il risultato era stato opposto anche se più equilibrato: il 56% aveva risposto di non volere la strada sud, il 44% invece la voleva (leggi qui: Chiuso il sondaggio sulla Strada Sud I lettori di Cremonaoggi “spaccati”, ma prevale il no (56%) Malvezzi: «Sì al confronto sul merito»).  In quel periodo c’erano state due distinte raccolte firme che avevano dato risultati più o meno corrispondenti all’esito di quel sondaggio. I protagonisti erano gli stessi di adesso: Simone Verde, del comitato per il no e Maria Cristina Arata per il sì. Erano gli anni in cui l’amministrazione Perri aveva commissionato ad autostrade Centropadane il progetto dell’opera che avrebbe dovuto congiungere via del Sale, più o meno all’altezza di via Navaroli, a via Giuseppina all’altezza di viale Concordia.

A sei anni di distanza da allora, l’argomento è tornato a dividere la città con la proposta di referendum promosso da 800 cittadini e sostenuto dagli esponenti di minoranza Maria Vittoria Ceraso e Federico Fasani. Il suo svolgimento o meno dipende dalle valutazioni sulla legittimità del quesito che faranno i tre garanti scelti da maggioranza e minoranza consigliari: Monica Gennari, Antonia Tundo e Giovanni Pigolotti. Secondo quanto prevede il regolamento comunale sui referendum, questi hanno tempo 30 giorni per esprimersi salvo proroga di altri 15 giorni se a disporla è il sindaco. La procedura prevede poi che, in caso di benestare dei garanti allo svolgimento del referendum, vengano raccolte ulteriori firme autenticate su fogli vidimati dal Comune, pari ad almeno un ventesimo degli elettori iscritti nelle liste elettorali. Secondo un’ipotesi realistica, il referendum potrebbe cadere in primavera, quando ci saranno anche le elezioni regionali, situazione auspicata dai promotori, anche per una ragione di costi, mai quantificati nel dettaglio (ma si parla di oltre 100mila euro).

g.b.

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