Morta a 26 anni per un tumore Una condanna e un'assoluzione Il papà: 'Ilaria si poteva salvare'
Un anno, un mese e 10 giorni, pena sospesa, per Brunello Pazzoni, di Piacenza, medico dello sport presso il Centro medico diagnostico San Lorenzo di Crema, mentre non luogo a procedere per il radiologo di Pavia Paolo Poggi. Questa la decisione del gup Christian Colombo nei confronti dei due medici accusati di omicidio colposo per la morte della studentessa cremasca Ilaria Oleotti, 26 anni, deceduta il 26 maggio del 2015 per un sarcoma a un ginocchio che non era stato diagnosticato in tempo.
Per quanto riguarda i risarcimenti, il giudice ha deciso per una provvisionale di 170.000 euro per ciascuno dei due genitori di Ilaria che a processo erano parte civile, il papà Gian Antonio tramite l’avvocato Marcello Campisani, mentre la mamma attraverso l’avvocato Mimma Aiello. “Sono soddisfatta, è una sentenza equilibrata”, ha commentato l’avvocato Aiello, per la quale la maggiore responsabilità era proprio da addebitare a Pazzoni. “Poggi, di fatto”, ha spiegato il legale, “si è trovato un referto con un’anamnesi e ha lavorato esclusivamente su quello, la paziente non l’ha nemmeno mai vista, mentre per Pazzoni c’era un’ipotesi di colpa grave in quanto ha insistito con una terapia poi rivelatasi inutile”. “Comunque giustizia per Ilaria è stata fatta”, ha concluso l’avvocato Aiello.
Deluso, invece, Gian Antonio Oleotti: ‘Esprimo il mio completo dissenso sulla decisione del gup perchè toglie ogni responsabilità a chi ha letto erroneamente la risonanza di mia figlia Ilaria al 18 dicembre del 2013, quando lo stadio della malattia tumore maligno dei tessuti molli era stadio IIB e non lo stadio III così come al momento della diagnosi, nove mesi dopo, vale a dire ottobre 2014, lo stadio della malattia era il III e non il IV stadio, come affermato dalla perizia del dottor Marco Gipponi nel corso della sua audizione nell’udienza del 16 novembre scorso. La stadiazione della malattia è fondamentale in questi tipi di neoplasie maligne, poichè da essa dipende il trattamento terapeutico e la prognosi. Ad uno stadio IIB, diagnosticato con una idonea lettura della risonanza magnetica al 18 dicembre del 2013, mia figlia Ilaria si sarebbe salvata, e non sarebbe morta per tale malattia, come sostengono le altre parti. Ho molto apprezzato l’intervento e la professionalità della dottoressa del pm Carlotta Bernardini”.
Per Pazzoni, processato con il rito abbreviato, il pm aveva chiesto due anni e sei mesi, mentre per Poggi, che aveva scelto il rito ordinario, il rinvio a giudizio.
La motivazione sarà depositata entro 90 giorni.
Nelle sue conclusioni, il perito nominato dal giudice, il dottor Marco Gipponi, di Genova, aveva individuato nella condotta di Pazzoni aspetti di negligenza ed imperizia, in quanto il medico, che tra l’altro non aveva mai consegnato alla paziente alcun referto, aveva proseguito con una terapia definita ‘inutile’, nonostante il collega Poggi avesse consigliato di effettuare approfondimenti diagnostici. Senza le necessarie indagini, il tumore di Ilaria era passato dal terzo al quarto stadio. Più defilata, nelle conclusioni di Gipponi, la posizione di Poggi, che non aveva fatto altro che leggere i risultati della risonanza magnetica, consigliando poi di effettuare approfondimenti diagnostici.
Sara Pizzorni