Cronaca

I pendolari snobbano l'incontro con assessore Sorte: 'Inutile tavolo pre-elettorale'

Si chiamano ‘quadranti’ e sono semplicemente le aree in cui è suddivisa la regione Lombardia per quanto riguarda l’organizzazione del trasporto ferroviario. Oggi pomeriggio l’assessore regionale ai trasporti Alessandro Sorte aveva convocato tutti i rappresentanti (istituzioni locali e associazioni di pendolari) a Milano per una riunione di fine mandato e per parlare del nuovo orario invernale. I cremonesi e i mantovani dei comitati InOrario e Utp avevano già comunicato di non potervi partecipare per impegni lavorativi, ma oggi i loro referenti Matteo Casoni e Andrea Bertolini non usano mezzi termini e parlano esplicitamente di rinuncia a partecipare ad una riunione dal puro scopo pre-elettorale da parte del referente ai Trasporti in Regione. Da subito si erano dichiarati “stupiti e irritati per come questo incontro istituzionale sia stato trasformato in un mero incontro pre-elettorale. Già nella convocazione – affermano – l’Assessore Sorte (mai presente agli incontri di quadrante) ha dichiarato che questa assemblea plenaria (a cui sono state invitate tutte le direttrici della Lombardia) sarebbe servita per fare ‘il punto di quanto fatto in questo quadriennio’ con il proprio mandato a termine”.

Alla riunione era invece presente l’assessore alla Mobilità del comune di Cremona Alessia Manfredini, che ha presentato a Sorte il dossier sui disservizi con le richieste delle cose da migliorare, elaborato dagli stessi pendolari cremonesi qualche settimana fa. “Molte le critiche portate da amministratori e pendolari presenti – racconta- . Il territorio del sud Lombardia è dimenticato e il cambio d’orario di dicembre non poterà nessuna novità. I nuovi treni sono previsti per dopo il 2021, senza però alcuna certezza”. Oltre alle criticità sulla Milano Cremona Mantova contenute nel dossier, l’assessore ha sottolineato anche quelle delle altre linee, dai diesel monocarrozza sulla linea per Brescia, ai collegamenti su gomma con Fidenza e Piacenza, esortando Sorte “a interloquire con  l’assessore Emilia Romagna Donini per fare in modo di riattivare la linea dismessa qualche anno fa. Anche riguardo la Brescia Piadena Parma ho ribadito che  occorre avere certezze  e che va potenziato il servizio”.

LA POSIZIONE DI INORARIO E UTP – “Riunire – afferma Casoni e Bertolini –  in un unico incontro quanto solitamente fatto in almeno 4 o 5, dove già è comunque difficile riuscire ad entrare nel dettaglio delle criticità (solo per il quadrante sud in cui è inserita la Milano – Mantova sono presenti almeno 6 direttrici), serve solamente a non dare la possibilità a nessuno di poter avere un contraddittorio efficace, ma solo ad ‘imporre’ le proprie decisioni per il cambio orario di dicembre (chiaramente mai anticipate e pertanto non passibili di modifiche) ed autocelebrarsi.
“Anche i rappresentanti delle altre direttrici lombarde hanno rilevato quanto sopra e per questo è stato deciso che, durante l’incontro, un capogruppo avrebbe letto una dichiarazione sottoscritta da tutti, che inchioda alle proprie responsabilità (o meglio inadempienze) Regione Lombardia e Trenord”.

“Confidiamo che il documento inviato qualche settimana fa al Comune di Cremona, e che, se possibile, sarà consegnato a Regione Lombardia e Trenord da parte dell’Assessore Manfredini, possa diventare il punto di partenza per l’istituzione di un tavolo di confronto diretto, senza avere inutili dispersioni in contraddittori con altre linee, non perché minori o meno importanti, ma perché, secondo noi, un confronto diretto è più costruttivo per tutti”.

IL DOCUMENTO – Il documento letto durante l’incontro da un rappresentante dei pendolari, indica le violazioni di almeno cinque punti del contratto di servizio che lega Trenord a Regione Lombardia. In particolare poi, viene contestata l’assoluta inadeguatezza del sistema di controllo che la regione dovrebbe esercitare. “Anche se non dovremmo essere noi a ricordarlo – è la conclusione – il contratto è stato concluso tra il titolare del servizio di trasporto pubblico ferroviario – ovvero Regione Lombardia – e l’affidataria dello stesso e non viceversa. Il primo ha l’obbligo, non la mera facoltà, di vigilare sul soggetto affidatario intervenendo prontamente ed in modo convinto, cosa in parte facilitata dal fatto che il titolare stesso è indirettamente azionista della società affidataria detenendo il 57,70% del valore delle azioni di FNM a sua volta azionista per il 50% di Trenord. Atteso che la capacità di controllare la conformità tra le scelte intraprese in tema di trasporto pubblico e la loro attuazione presuppone una buona dose di determinazione e convinzione nelle stesse, in questa sede gli scriventi, a nome dei pendolari tutti – senza esclusione di quelli qui presenti e destinatari della stessa – pretendono di sapere quali scelte Regione, nella persona dell’attuale Assessore Alessandro Sorte, abbiano capito essere idonee per monitorare concretamente l’operato della società affidataria e quali misure di intervento ritengono, alla luce della situazione prospettata, essere le più consone per cercare di evitare il perpetrarsi degli inadempimenti sopra esposti ricordando tra l’altro che il punto 4.2 del Contratto riconosce la facoltà a Regione di assegnare specifiche linee ad altre imprese ferroviarie qualora l’affidataria non fosse in grado di adempiere completamente. Si chiede infine a Regione di dar conto anche di quanto stia facendo in tema di investimenti infrastrutturali ed il punto a cui si è giunti con le opere realizzate da RFI.
Tenuto conto di tutto quanto sopra esposto concludiamo la presente ribadendo che una qualità alta del servizio, agognata da chiunque, presuppone la possibilità di scegliere tra una pluralità di players e per tale ragione riteniamo fermamente importante che il prossimo contratto di servizio venga assegnato utilizzando la procedura delle gare d’appalto europee”.

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