Cronaca

Abusivismo, un commerciante su quattro vede il problema in aumento

Come ogni anno Confcommercio ha organizzato – martedì 21 novembre – la Giornata “Legalità mi piaci”. Una mobilitazione che per contrastare l’abusivismo commerciale e la contraffazione con una denuncia dell’impatto che – analisi alla mano, a livello nazionale e territoriale – questi fenomeni hanno sull’economia alterando il mercato ed alimentando il sommerso e la criminalità. Dai dati presentati emerge che, almeno nella percezione delle imprese, la situazione è peggiorata rispetto ai dodici mesi precedenti. A Cremona e in Lombardia vede una deriva di illegalità un’azienda su 4 (il 26%) mentre solo meno di una su dieci (7%) registra un miglioramento. Come a livello nazionale, anche nella nostra regione, abusivismo, furti e contraffazione sono i fenomeni maggiormente percepiti in aumento. Sono le ragioni che hanno spinto l’80% delle imprese ad adottare misure di prevenzione e tutela. Una su due ha scelto sistemi di videosorveglianza e impianti di allarme, una su quattro ha la vigilanza privata e una su sei la vetrina corazzata. Per alcune categorie si tratta di una urgenza particolarmente impellente. Si tutelano il 95% dei tabaccai e l’84% dei benzinai.
“Serve una più forte cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo- – conferma Vittorio Principe, presidente di Confcommercio Cremona – Anche il nostro territorio non è un’isola felice. E’ necessario rafforzare l’impegno su questi temi, con una più stretta collaborazione tra forze dell’ordine e imprese. Attraverso questa giornata lanciamo un appello alle Istituzioni: si deve fare di più”.
Le difficoltà dell’economia e i nuovi fenomeni sociali rischiano di alimentare l’illegalità.
“L’abusivismo non conosce la crisi, a differenza dei negozi in sede fissa è in continua espansione – continua Principe – Parallelamente aumenta l’insicurezza per le imprese e anche la loro “rabbia”. Troppo spesso le nostre segnalazioni vengono ignorate. Forse non ci sarebbe neppure bisogno di stigmatizzare la situazione: siamo di fronte ad un problema evidente e sotto gli occhi di tutti”. “Con questa giornata, – rilancia il segretario generale Paolo Regina – Confcommercio vuole porre anche l’accento sul contrasto ad abusivismo e contraffazione e sull’esistenza di una “filiera del dolore” di cui ciascun cittadino/consumatore diviene parte (e complice) nel momento in cui sceglie di acquistare un bene non originale, alimentando il business delle mafie che su di esso prosperano”.
Il giro d’affari della contraffazione, che soltanto in Italia è stimato a 6,9 miliardi di euro, sottrae infatti 110 mila posti di lavoro regolari all’anno e, nel mondo, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare invece di andare a scuola. Per la Confcommercio “è ormai dimostrato che acquistare merce contraffatta non significa aiutare, non significa risparmiare, significa solo alimentare una catena criminale con costi sociali altissimi”.
C’è poi un danno causato indirettamente alle imprese e alla comunità. “Se pensiamo a Cremona come città turistica – conferma Principe – non possiamo trascurare che il proliferare dell’abusivismo o della questua molesta, spesso persino a fianco dei monumenti o sulle vie che li raggiungono finisca con l’incidere l’immagine di una realtà che può invece vantare un patrimonio artistico di prim’ordine. In questo modo si vanificano gli sforzi di quanti, come i nostri imprenditori, lavorano quotidianamente per rendere la città più bella, elegante, accogliente e dove è bello vivere”. Per Confcommercio Cremona, insomma, ha ragione il presidente nazionale Sangalli, quando afferma che “Deficit di legalità, significa anche deficit di crescita. Tanto più che i costi economici dei fenomeni illegali a carico del terziario di mercato continuano ad aumentare, indebolendo le prospettive di sviluppo del Paese”.
“La Giornata di mobilitazione – conclude Principe – è occasione per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze sull’economia reale dei fenomeni illegali che, di fatto, rappresentano una vera e propria concorrenza sleale che altera il mercato e alimenta l’economia sommersa. Serve l’impegno di tutti per contrastare il fenomeno”.

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