Monastero, caserma ed ora campus universitario: siglato accordo per ex S.Monica
Sorgerà all’interno del complesso dell’ex convento di Santa Monica la nuova sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’intervento di recupero sarà sostenuto dalla Fondazione “Giovanni e Luciana Arvedi”, attraverso un progetto reso possibile grazie alla sinergia tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Comune di Cremona,
Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Cariplo. Oggi, presso la sede della fondazione Giovanni e Luciana Arvedi, è stato firmato l’accordo di programma che definirà, entro l’anno, gli impegni dei soggetti pubblici e privati per portare a compimento il progetto, presumibilmente nel giro di due anni. Presenti il presidente Giovanni Arvedi, sindaco Gianluca Galimberti, il presidente della Provincia Davide Viola, il vescovo Antonio Napolioni, il rettore dell’università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, il preside della facoltà di Scienze Agrarie, alimentari ed ambientali Lorenzo Morelli, il sottosegretario di Governo senatore Luciano Pizzetti, i consiglieri regionali Carlo Malvezzi e Agostino Alloni, il Ceo di Finarvedi Mario Caldonazzo. Partner dell’accordo anche l’assessore regionale Massimo Garavaglia e, per fondazione Cariplo, Paola Bignardi e Renzo Rebecchi. Presente anche il Soprintendente alle Belle arti di Brescia, Cremona e Mantova Gabriele Barucca, che ha mostrato grande interesse per il recupero di uno spazio urbano “che ho da poco cominciato a studiare” e che intende seguire personalmente auspicando non solo un’elevata qualità nella progettazione ma anche nella fase esecutiva.
Il futuro dei giovani e l’investimento sulla formazione per dare prospettiva alla città sono stati gli elementi cardine del breve discorso del cavalier Arvedi: “Cultura, conoscenza, ricerca, sono le espressioni vincenti del nostro essere buoni operatori. Quella di oggi è un’importante occasione di mettere in opera anche i condivisi valori fondanti dell’Università Cattolica. Pensiamo a Cremona, che può rafforzare la sua identità, la sua tradizione, la sua realtà, nel prezioso esempio di Expo 2015. Pensiamo a mille ragazzi che potranno studiare e progettare il loro futuro, il domani, anche per coloro che non hanno potuto avere le stesse opportunità. Desideriamo condividere questi obiettivi in modo sinergico con tutte le realtà operative del territorio”. Arvedi ha poi lasciato la parola alle istituzioni pubbliche. “Abbiamo di fronte – ha detto Galimberti – un imprenditore non solo illuminato nella sua visione strategica, ma anche innamorato della sua città. Le università o si rilanciano o si chiudono. Arvedi è riuscito a raccogliere una serie di energie inespresse attorno a questo progetto, con l’università Cattolica che è punto di riferimento per il territorio. Per Cremona si tratta anche di un rilancio urbanistico, il mio sogno è che la nostra città diventi la Silicon Valley della trasformazione agroalimentare.” Il rettore della Cattolica Anelli ha evidenziato la necessità di un sempre maggiore sviluppo delle conoscenze e in questo le università devono essere apripista: “La crescita dell’università va intesa non solo in senso quantitivo, ma soprattutto qualitativo, altrimenti si regredisce”. L’ampliamento degli spazi universitari, ora ristretti nella vecchia sede di palazzo Ghisalberti in via Milano, consentirà l’attivazione di nuovi corsi, sia di laurea magistrale che triennale, in gran parte tenuti in inglese, con un forte appeal (in parte già avviato) per studenti stranieri, dall’Europa allo Sri Lanka, oltre che specializzazioni in campo agrario ed economico che forniscano alte professionalità. L’obiettivo della Cattolica è di portare gli studenti del campus cremonese dai circa 400 attuali a 800 nella nuova struttura per salire a 1000 nell’arco di un quinquennio.
I PASSAGGI DELL’EDIFICIO – La Provincia di Cremona aveva acquisito l’area dell’ex Caserma Goito, in via Bissolati, nel 2003 per recuperare l’ex monastero come sede della facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia e del Magazzino Carri (compreso nell’area) come Centro per la Liuteria e l’Artigianato Artistico. Nel 2007 erano stati avviati, grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo di 2.500.000 euro ed a un mutuo della Provincia di Cremona di 354.380 euro, un primo lotto di lavori, inizialmente con destinazione campus universitari, un progetto che però si arenò con il cambio di amministrazione (da Torchio a Salini). E così nel 2010 si decise di abbandonare la destinazione a campus per far diventare Santa Monica la sede centrale dell’amministrazione provinciale. Progetto anch’esso rimasto zoppo, a causa del ridimensionamento degli enti Provincia, con conseguente stop ai lavori. I lavori nell’ala nord dell’ex monastero furono terminati nel 2014, su progetto dell’architetto della Provincia Massimo Masotti, ed hanno reso fruibili tra piano terra e primo, 1.100 mq di superficie lorda.
COSI’ CAMBIERA’ SANTA MONICA – L’ingresso principale al Campus è previsto da via Bissolati. Gli spazi per la didattica vengono principalmente localizzati nella struttura dell’ex Magazzino dei Carri, dove sono presenti anche le aule studio individuali. Al piano terra dell’ex Monastero sono state localizzate le funzioni di servizio alla didattica, come la zona segreteria/ accoglienza negli spazi che una volta furono infermeria e parlatoi delle monache, gli spazi caffetteria e biblioteca nei locali un tempo refettorio e cucina dell’antico cenobio.
Sempre nella struttura dell’ex monastero è prevista la realizzazione dei laboratori a servizio dei corsi di laurea (piano terra), le aule per i corsi master e gli uffici dei docenti (piano primo), oltre a laboratori ed uffici del Centro di ricerca Cremona Food Lab. L’articolazione degli spazi esterni prevede l’individuazione di una gerarchia di spazi: uno dedicato al ‘silenzio’; un altro destinato all’aggregazione, dove sono previste sedute e pavimentazioni di qualità per dare identità al luogo; infine spazi per gioco e relax, con prevalenza di verde e di attrezzature per lo sport (campi polivalenti). A questi si aggiungono gli spazi di servizio, contenenti normalmente funzioni parcheggio e locali tecnici/carico scarico. Nell’area una volta destinata a viridarium delle monache, al confine con via S. Tecla, verranno ricavati due parcheggi: un primo ad uso privato a disposizione dei docenti dell’ateneo ed un secondo, ad uso pubblico, per gli utenti esterni e per la cittadinanza. All’interno del Campus verrà realizzata una zona di ricovero per cicli e motocicli. L’Aula Magna verrà collocata nell’ex chiesa di Monica, ed avrà una capienza di oltre 100 posti. Con l’intervento di restauro concordato con la Soprintendenza si riporterà all’originale splendore la struttura seicentesca della chiesa, mantenendo allo stesso tempo visibili gli interventi successivi di epoca militare che ne hanno caratterizzato la storia recente.
Giuliana Biagi