Comitato garanti per referendum Strada Sud, Ceraso: 'No a nomina politica'
No alla “segnalazione politica” per la nomina della Commissione garanti per il Referendum sulla Strada Sud, ma l’utilizzo del sistema di avviso pubblico e sorteggio. A chiederlo è Maria Vittoria Ceraso, consigliere comunale di Obiettivo Cremona, che attacca la maggioranza dopo l’Ufficio di Presidenza di mercoledì sera. In quella sede, riferisce Ceraso, “abbiamo scoperto che la prassi del Comune di Cremona prevale sulle recenti leggi in tema di anticorruzione, nuovo codice degli appalti, trasparenza e pubblicità degli atti e perfino sulla giurisprudenza della Corte dei Conti, sull’affidamento di incarichi pubblici gettonati. Insomma il mondo cambia, ma la maggioranza preferisce rimanere ancorata ai vecchi metodi, come la segnalazione politica delle candidature per la nomina della Commissione garanti per il Referendum, dichiarando sospetta e strumentale la richiesta della minoranza di procedere con avviso pubblico e sorteggio”.
Per l’opposizione, la richiesta era quella di “essere più imparziali e trasparenti” e rispedisce al mittente le accuse di strumentalizzazione. “In effetti chiedere più imparzialità e trasparenza nella nomina di coloro che in maniera insindacabile dovranno decidere sull’indizione di un referendum che questa Amministrazione guarda con così grande favore è certamente più sospetto e strumentale della posizione della maggioranza, che vuole scegliere discrezionalmente chi candidare per giudicare la legittimità di un quesito già noto, nascondendosi dietro al fatto che dalla notte dei tempi si fa così” continua Ceraso. “Ed è proprio questo che più infastidisce. Far passare le richieste della minoranza come fuori luogo, tardive e non ammissibili o l’Ufficio di Presidenza non competente a decidere, nascondendosi dietro il rispetto di procedure che di fatto non hanno fondamento in nessuna legge o regolamento, quando in realtà la volontà della maggioranza è solo quella di preservare la possibilità di governare politicamente il procedimento per essere determinante nelle nomine. Siamo delusi e amareggiati nel vedere respinta una proposta che non avrebbe danneggiato nessuno ma avrebbe dato più credibilità e fiducia all’agire politico”.
Tutto questo “considerando il fatto che il Comitato garanti non è un organo che deve agire secondo un indirizzo politico, come possono essere i consigli di amministrazione dei vari enti, ma un organo di garanzia che deve svolgere la sua attività, così dice l’art. 23 dello Statuto, in totale autonomia e indipendenza dagli organi di governo garantendo imparzialità di giudizio. Se il metodo di reclutamento delle candidature è politico, con l’aggravante del quesito noto, com’è possibile che sia certamente garantito tutto questo?”
La realtà, sottolinea il consigliere, “è che quando questa Amministrazione ha voluto dare un colpo di spugna alle prassi del passato e adottare delle linee guida ad hoc per procedere ad esempio alle nomine di Aem escludendo la possibilità della ricandidatura di Albertoni, allora era corretto e doveroso cambiare le regole del gioco innovandole con l’introduzione del divieto del doppio mandato. “Ci tengo a sottolineare che ad oggi non ci sono stati ancora comunicati i nomi dei cinque professionisti depositati al protocollo, a dimostrazione del fatto che la critica non è volta a contestare chi è stato candidato ma che ciò che ci stava a cuore era solo garantire un metodo trasparente ed imparziale che la maggioranza non ha voluto condividere. Quella stessa maggioranza che è stata eletta con la promessa di fare nuova la città ma che quando si tratta di mettere in discussione vecchie logiche di nomina di nuovo non ha proprio niente”.