Aviaria, ennesimo caso a Cremona: abbattuti oltre 13mila tacchini
Grande preoccupazione da parte delle autorità sanitarie per un'epidemia che sta coinvolgento i territori di Cremona, Brescia e Mantova. Giorgi (Ats Valpadana): "Non ci sono quasi più tacchini".
Ennesimo caso di aviaria in provincia di Cremona, in un allevamento da 13.642 tacchini, dove è stato individuato il temibile virus che negli ultimi mesi sta decimando allevamenti in tutta Lombardia. La scoperta del contagio, a Scandolara Ripa d’Oglio, risale all’8 novembre scorso. Il Dipartimento Veterinario dell’Ats Valpadana è quindi intervenuto mettendo l’area in sicurezza, e facendo una serie di analisi che hanno portato alla diagnosi dell’influenza aviaria, di tipo H5, ossia ad alta patogenicità. “L’allevamento era già collocato in una zona di protezione, dove quindi facevamo settimanalmente controlli approfonditi” evidenzia Maurillio Giorgi, direttore del Dipartimento. “La settimana prima era tutto tranquillo mentre quella scorsa, il giovedì, è arrivata la segnalazione di positività al virus, per cui siamo intervenuti subito. Un avoro svolto in tempi rapidissimi: siamo intervenuti venerdì mattina e la sera tutti i capi erano già stati abbattuti”.
La normativa vigente prevede infatti, in questi casi, l’emissione da parte delle autorità sanitarie dell’ordinanza di sequestro dell’allevamento e l’abbattimento di tutti i capi per l’estinzione del focolaio. Tutta l’area è quindi stata disinfettata e bonificata. Inoltre, come previsto dal protocollo in casi come questi, è stata istituita una zona di protezione nel raggio di 3 km e una zona di sorveglianza nel raggio di 10 chilometri. In queste zone sono stati intensificati i controlli negli allevamenti: un provvedimento che durerà per 30 giorni.
“E’ in corso un’epidemia che sta coinvolgendo in modo pesante la Bassa Bresciana, che è confinante con noi, tanto è vero che gran parte dei territori di restrizione hanno coinvolto anche la provincia di Cremona” sottolinea Giorgi. “I focolai di Seniga, Alfianello e zone limitrofe, del resto, sono proprio a due passi dal confine con il Cremonese. Come se non bastasse, quella è la zona più ricca di allevamenti del territorio”.
grande la preoccupazione da parte delle autorità sanitarie: “sia per il costo che questa situazione comporta in termini di indennizzi da erogare agli allevatori, sia per il blocco dell’attività economica in una zona sempre più estesa, che comprende Cremona, Brescia e Mantova. Non ci sono quasi più tacchini in queste aree e diventa difficile anche farli riprodurre”.
Fortunatamente, almeno per ora, nessun timore per la salute umana: “Gli esami effettuati stanno escludendo il salto di specie” conclude Giorgi. Il problema è che il virus si sta espandendo tantissimo a causa di una diffusione nei volatili selvatici stanziali che diventano vettori di contagio”.
Quest’ultimo episodio è il terzo nel giro di pochi mesi, verificatosi sul territorio cremonese: a fine settembre il temibile virus aveva colpito un pollaio di Soresina, mentre un mese prima un altro focolaio di aviaria era stato scovato in un allevamento di tacchini, e aveva coinvolto oltre 23mila capi.
“Occorre intervenire al piu’ presto per sostenere gli allevamenti colpiti dai danni diretti ed indiretti causati dalle misure di prevenzione rese necessarie per confinare i focolai e fermare la malattia”: con queste parole il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha chiesto aiuto al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, per quella che ormai si delinea come una vera e propria “emergenza aviaria”, che sta colpendo soprattutto la Lombardia.
“Gli interventi effettuati hanno imposto l’abbattimento degli animali negli allevamenti colpiti direttamente e l’istituzione di zone di protezione e di sorveglianza intorno ai focolai, con conseguente blocco totale delle movimentazioni all’interno delle stesse zone con pesanti danni per tutti gli allevamenti” evidenzia ancora la Coldiretti, che al ministro ha presentato un pacchetto di proposte, dalla prevenzione alla gestione delle zone di protezione fino al ristoro dei danni, per fronteggiare le conseguenze di una devastante crisi dovuta all’influenza aviaria che sta sconvolgendo il settore dall’allevamento al consumo.
Laura Bosio