Cronaca

Pendolari, le criticità della Mn-Cr-Mi in un documento del Comitato InOrario

A seguito dell’incontro che si è tenuto a Cremona lo scorso 21 ottobre tra i rappresentanti dei pendolari e l’amministrazione comunale – presente nella persona dell’assessore Alessia Manfredini – il comitato inOrario ha preparato un documento in cui sono indicate numerose criticità rilevate sulla linea Mantova-Cremona-Milano, ma anche una serie di proposte di risoluzione, che l’amministrazione presenterà il prossimo 14 novembre a un incontro con l’amministratore delegato di Trenitalia, Renato Mazzoncini.

Molte sono le segnalazioni dei pendolari, a partire dal nodo Infrastrutture, come il problema della stazione di Codogno, dove “i treni viaggiano a velocità molto ridotta” nonostante negli scorsi anni siano stati fatti “interventi di velocizzazione della linea da parte di RFI, che hanno visto la graduale sostituzione di tutti i deviatoi di ingresso nelle principali stazioni, mettendo i più moderni che permettono una velocità di 60Km/h contro i precedenti che invece limitavano a 30Km/h”. E ancora, manca la sincronizzazione dei treni in transito in certe stazioni, come Ponte Adda, cosa che implica, oltre alla fermata passeggeri, “che a distanza di meno di un chilometro i treni siano costretti a fare un’altra fermata per effettuare l’incrocio”. Per il comitato basterebbe “spostare la stazione di riferimento da Ponte Adda a Pizzighettone, rimettendo in funzione il binario 2 nella stazione di Ponte Adda, una volta utilizzato anche per l’accesso al vicino impianto industriale, in modo da spostare gli incroci nella stazione di fermata, evitando quindi una doppia sosta e recuperando minuti importanti sul viaggio”.

I pendolari chiedono poi l’eliminazione dei passaggi a livello sulla tratta, nonché il raddoppio selettivo “anche per la tratta ad ovest di Cremona (Cremona – Codogno) e non solo nella tratta ad est, come sembra si voglia fare, in quanto su quella tratta di concentra il maggior numero di viaggiatori mentre, nel lato est, gli interventi favorirebbero per lo più il traffico merci che è notevolmente aumentato negli ultimi periodi, iniziando però a dare ulteriori problemi in caso di guasti in linea dei mezzi dedicati alla Cargo”.

Non mancano le questioni relative alla stazione di Cremona: a partire dalla richiesta di far fermare sul binario 1 i treni più affollati, “vista anche la non predisposizione di adeguati passaggi per persone con limitate proprietà deambulatorie, ma anche per snellire il flusso di uscita dalla stazione”. Non manca poi la questione del cancello prospicente il binario 1, in corrispondenza del parcheggio delle biciclette, di cui i pendolari lamentano la chiusura: “chiediamo sia aperto dalla mattina alla sera, in modo da evitare inutili imbuti nei corridoi della stazione”.

Sempre in merito alla situazione della stazione di Cremona, “pensiamo sia necessario anche intervenire nell’adeguare l’accesso alla banchina dei binari 3 e 4, oltre ai tronchi est ed ovest del binario 3, per permettere a persone con limitate capacità deambulatorie, ma anche ad anziani o viaggiatori con al seguito bagagli pesanti, in modo da rendere questo passaggio più agevole”.

C’è poi il problema parcheggi: quello della stazione dei pullman è infatti sempre gremito e “la situazione è al collasso” sottolineano i pendolari. “Sarebbe opportuno che, ove possibile, si ripetesse una struttura simile a quella costruita a fianco del parcheggio della stazione dei pullman, anche nel parcheggio dietro il caseggiato che ospita il supermercato Italmark. Sarebbe opportuno, inoltre, poter far coincidere gli orari di arrivo/partenza dei mezzi di trasporto pubblico di Cremona in funzione degli orari di arrivo / partenza dei principali treni pendolari, verso le varie destinazioni”.

E ancora, un handicap dei collegamenti regionali è l’assenza della connettività internet, “sia perché una connessione permette ai viaggiatori di poter lavorare e quindi recuperare tempo durante il viaggio, sia perché la possibilità di poter eventualmente contattare servizi di emergenza in qualsiasi posto, soprattutto per il discorso sicurezza”.

E quello della sicurezza è un altro nodo fondamentale. “Negli ultimi anni sui nostri convogli, ma anche su quelli che interessano tutto il territorio cremonese, si è ormai radicato un ‘pendolarismo parallelo’ che muove numerose persone verso centri di aggregazione (o luoghi di spaccio, vedi il “bosco di Rogoredo”) formati da persone che non pagano il biglietto, ma soprattutto che fanno della maleducazione il loro vanto” evidenziano i pendolari nella nota. “Il personale viaggiante presente a bordo treno (una persona) cerca di fare quello che può, ma comprendiamo anche che senza un valido supporto da parte di personale specializzato in sicurezza abbia le mani legate. Trovarsi ad affrontare gruppi che vanno dalle 30 alle 60 persone è un problema non solo in merito all’evasione, ma anche di ordine pubblico”. A questo proposito “la sopportazione di quanti pagano regolarmente il biglietto o l’abbonamento sta arrivando al limite ed episodi di screzio si sono già verificati. Non vorremmo si arrivasse ad episodi violenti prima di metter mano in modo definitivo a questo argomento”.

Quello del materiale rotabile è “uno degli argomenti più spinosi”, per i pendolari. Se un tempo “viaggiavano convogli con 10 carrozze del tipo Media Distanza che garantivano quasi 900 posti a sedere”, le nuove regole “che non permettevano l’utilizzo di più di 6 carrozze al singolo personale viaggiante, hanno costretto al cambio con materiale nuovo ma non adeguato per tratte di medio-lunga distanza come le nostre”. Le due serie di Vivalto messi sulla linea hanno diversi problemi. A partire da una “mancanza di vera climatizzazione nel periodo invernale”. Inoltre la conformazione delle carrozze “non mette a disposizione sufficiente spazio per bagagli e vestiario, costringendo i viaggiatori ad utilizzare il sedile vicino al proprio oppure “occupando” il corridoio”. Inoltre “i posti a sedere sono scesi drasticamente (poco meno di 700) creando sovraffollamento già dopo le prime fermate e costringendo numerosi pendolari a viaggiare in piedi”.

E ancora, manca il cadenzamento orario, “con molta parte della giornata servita solo ogni 2 ore”, motivo per cui i pendolari chiedono che “inizi ad essere colmato questo gap, e per questo siamo ad indicare la necessità di una traccia oraria delle ore 9:50 da Mantova verso Milano (con arrivo all’incirca alle ore 11:30), con corsa di ritorno alle ore 13:30”. Non parliamo poi dei problemi relativi alle coincidenze, che spesso non sono garantite.

In tema di velocizzazione della linea e per cercare di risolvere anche parte del problema del sovraffollamento, continua il comitato, “siamo nuovamente a richiedere la possibilità che almeno 2 collegamenti (2648 e 2661) possano non effettuare la fermata di Lodi, visto che in quelle fasce orarie non andrebbero a penalizzare i viaggiatori di quella cittadina, avendo numerose altre opzioni da poter utilizzare”.

IL DOCUMENTO INTEGRALE

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