Cronaca

Il monastero claustrale della Visitazione a Soresina raddoppia: da Milano quattro consorelle

Foto: www.diocesidicremona.it

Per un monastero che chiude, un altro che acquista nuova linfa. Le ultime quattro religiose rimaste nel monastero della Visitazione di Milano, in Porta Romana, hanno lasciato lo storico edificio e si sono trasferite a Soresina, nell’omonimo convento claustrale, che lo scorso anno  ha festeggiato i 200 anni dalla fondazione. Dalla metropoli ad una cittadina di provincia, perchè dopo 304 anni il monastero di Milano era diventato troppo grande e dispersivo per le quattro suore di clausura rimaste. Da qui la decisione di trasferirsi a Soresina, dove ad attenderle per le preghiere vespertine e la cena ci sono altrettante consorelle. Ora in tutto sono otto e questo garantisce al monastero soresinese la possibilità di continuare ad esistere.

Nel primo pomeriggio di ieri, venerdì 3 novembre, si era consumato lo storico addio delle quattro religiose alla loro sede milanese, attiva dal 1713 ma sorta nel ‘500 e voluta da san Carlo Borromeo per dare una casa alle bambine rimaste orfane a causa della peste. Ad attenderle a Milano c’erano le consorelle di Soresina che, dopo un pranzo comunitario, le hanno accompagnate nella Bassa. Dopo la Benedizione da parte del parrocco don Piccinelli sono state accompagnate in processione verso la porta interna del Monastero dai fedeli presenti alla breve celebrazione. Domani, 5 novembre, nella Messa delle ore 8.00 ci sarà il saluto ufficiale dei parrocchiani soresinesi. “Siamo arrivate qui grazie a Dio e alle vostre preghiere, alle preghiere soresinesi”, queste le parole di una delle monache milanesi prima di chiudere la porta della clausura.

Il monastero della Visitazione di Soresina era in origine collegio delle Vergini di santa Chiara. La sua priora Maria Gaetana Ferrari, fu costretta nel 1811 a ritornare al secolo dal Decreto napoleonico di soppressione di tutti i conventi maschili e femminili di Francia e d’Italia. Insieme con un gruppo di consorelle che scelsero di rimanere con lei, suor Maria Gaetana continuò a vivere, nella clandestinità, l’osservanza religiosa e da subito si adoperò a predisporre i mezzi per poter poi, a tempo propizio, ricomporre la vita regolare. Non appena tramontata la stella di Napoleone e restaurati gli antichi governi, con le debite autorizzazioni, fu in grado di riaprire un monastero: non più il Collegio delle Vergini di santa Chiara, ma, per volontà del Vescovo di Cremona mons. Omobono Offredi, il Monastero della Visitazione Santa Maria.

Era il 24 aprile 1816. Ne furono fondatrici suor Laura Felice Calvi, nominata superiora, e suor Giulia Domitilla Emili, assistente e maestra delle novizie, provenienti dal monastero della Visitazione di Alzano Lombardo (Bergamo) e prime novizie ne furono la stessa suor Maria Gaetana Ferrari e le sue compagne.

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