Cronaca

Strada Sud, oltre 600 firme in un giorno: comitato ora pronto a chiedere referendum

Superate le 600 firme solo nella giornata di sabato. Questo il risultato della raccolta firme per il referendum sulla Strada Sud, iniziata alle 9 di mattina e conclusasi alle 16.30. “Ma ancora mi devono arrivare altre firme, da parte di chi non è riuscito a passare dallo stand di raccolta a Spazio Comune” precisa la presidente Maria Cristina Arata, entusiasta del risultato raggiunto ma soprattutto di quanto sia sentita questa tematica. ” La gente ci ha ricompensato del lavoro che stiamo facendo” commenta. “Ci rendiamo conto sempre più di quanto problema della viabilità di via Giordano e Cadore sia sentito e di quanto la gente voglia una soluzione”.

Soluzione che, per la passata amministrazione, poteva essere proprio la Strada Sud, ma che invece la Giunta Galimberti ha deciso di stralciare dal Piano Regolatore, in quanto contraria al consumo di suolo e alla costruzione di nuove strisce d’asfalto.

Decisione però non condivisa da buona parte dei cittadini residenti. “Ci rendiamo conto che per ora non ci sono i soldi per realizzare la tangenziale sud, ma vogliamo che resti all’interno del Piano Regolatore, almeno in attesa che qualcuno presenti un progetto alternativo per risolvere i problemi di traffico. Un progetto che sia realmente efficiente” continua Arata. “Noi non chiediamo di realizzare la Strada Sud ora, solo di non cancellarla completamente dalle previsioni future. Vorremmo che fosse lì come ultima spiaggia se nessuno trova soluzioni alternative a risolvere il problema”.

Soluzioni che per il momento sembrano scarseggiare: “Neppure nell’ultimo recente incontro fatto con l’amministrazione abbiamo avuto risposte in merito. Se si trovassero, ne saremmo più che felici, ma non vogliamo che ci privino anche di questa ultima possibile ipotesi”.

Dunque, dopo la raccolta delle ultime schede di firme, tra oggi e domani, i promotori si recheranno all’ufficio elettorale per farle vidimare e il giorno dopo le porteranno all’ufficio protocollo, insieme all’istanza di indizione del referendum. Poi la palla passerà al Comune.

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