Cronaca

Smog e mobilità, Comitati Ambientalisti: 'Si sfrutti la rete ferroviaria come metropolitana'

Una sorte di metropolitana in superficie, sfruttando la rete ferroviaria che passa in città, con fermate nei vari quartieri cittadini e del circondario, in modo da potenziare il trasporto pubblico e ridurre quello privato: questa la proposta del Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, che dal cilindro tira fuori uno studio che già era stato presentato nel 2002 alle amministrazioni locali ma mai preso in considerazione. Un progetto che rientra in una più ampia visione di mobilità “che sia sostenibile e che sappia contrastare l’emergenza smog che ci tiene in scacco” spiega Ezio Corradi, presidente del coordinamento, che insieme al collega Cesare Vacchelli sta portando avanti una serie di proposte, che riguardano anche l’emergenza ponti. “La rete vedrebbe fermate in posti strategici, come l’ospedale, lo stadio, la Fiera di Cremona, il Politecnico, la zona del porto e via di seguito. E questo consentirebbe ai cittadini di muoversi meglio in città, lasciando l’auto in garage”.

Ma tra le proposte, in primis valutare la situazione dei ponti del fiume Po e in particolar modo di quello di Casalmaggiore: “Si tratta di un tema della massima urgenza e per il quale il Governo dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza, in modo da riuscire a velocizzare enormemente i tempi di demolizione, progettazione e ricostruzione del nuovo ponte”.

Secondo Corradi e Vacchelli, infatti, per evitare ulteriore consumo di suolo, il nuovo ponte andrebbe “ricostruito completamente al posto di quello che c’è ora, lasciando quello nuovo sullo stesso tracciato esistente, in modo da non dover fare strade nuove”. Intanto, per tamponare le emergenze viabilistiche del territorio, si dovrebbe “permettere il transito ai veicoli pesanti sul ponte tra Monticelli d’Ongina e San Nazzaro, che è bloccato solo per la mancanza di una circonvallazione a Castelnuovo Bocca d’Adda”.

C’è poi la questione ferroviaria: “Per sopperire alle mancanze delle reti stradali ma soprattutto per ridurre il trasporto su gomma, secondo il comitato è importante riqualificare il trasporto ferroviario mettendolo a pieno regime: oggi sulle linee cremonesi viaggiano circa la metà dei treni che potenzialmente potrebbero circolare, ossia 70. Inoltre si dovrebbero ripristinare le linee Cremona-Piacenza e Cremon-Fidenza, i cui bus sostitiutivi impiegano nel tragitto circa il doppio di quanto impiegherebbe il treno”. Si dovrebbe infine “puntare sui raddoppi ferroviari, che consentirebbero di ampliare ulteriormente la portata delle linee, fino a 220 treni al giorno” conclude Corradi.

In questo senso, dai comitati torna anche l’ipotesi del TiBre ferroviario, che potrebbe essere realizzato “in soli sei mesi di lavoro e 80 milioni di investimento” spiega Vacchelli. “E’ la grande occasione per questo territorio, non solo come soluzione alla mobilità ma anche come volano per l’economia locale. E in attesa dell’elettrificazione della linea, si potrebbero mettere qualche treno e carrozza in più, un servizio di trasporto pubblico (bus navetta) flessibile e integrato (anche nelle tariffe), con bici+treno, bike e car sharing. Le province e i comuni, finora alquanto assenti, dovrebbero impegnarsi molto di più in questo senso”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...