Cremonese picchiata e costretta a prostituirsi Salvata dalla municipale
Picchiata, costretta a prostituirsi e a consegnare al suo aguzzino l’intero incasso della serata. E’ quanto accaduto nel marzo del 2015 a Piacenza ad una 54enne residente a Cremona, in balia per alcuni mesi del suo sfruttatore che la minacciava di prendersela con la sua migliore amica, anche lei di Cremona. La storia è stata raccontata in aula dalla stessa vittima, salvata dagli agenti della polizia municipale che hanno strappato lei e l’amica dalle grinfie di un kosovaro. Per salvare la 54enne, che era ricoverata in ospedale a Cremona, i poliziotti della municipale, anche per evitare che la donna fosse nuovamente minacciata, si sono travestiti da infermieri e hanno portato via la vittima in carrozzella, arrivando anche a bloccare il ponte sul Po durante l’operazione. Oltre al Kosovaro, che ha già patteggiato, a processo c’erano un tunisino e un altro kosovaro, anche loro accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. In aula, però, la 54enne ha detto che i due imputati l’avevano solo accompagnata un paio di volte da Cremona a Piacenza. E senza prendere un euro. Anche loro sarebbero stati succubi della personalità del primo kosovaro dal quale avrebbero ricevuto ogni tanto solo poche decine di euro.
Il suo vero sfruttatore, la donna lo aveva conosciuto a Cremona. L’uomo, che era un conoscente della sua amica, le aveva promesso un lavoro, ma la sua vera intenzione era quella di farla prostituire. Se non lo avesse fatto, lui se la sarebbe presa con la sua amica. E lei, senza soldi e senza lavoro, era stata costretta ad accettare, cominciando il suo calvario sulle strade piacentine. Tutto il denaro finiva nelle tasche dell’immigrato, mentre per lei solo il minimo per sopravvivere. A luglio lei si era sentita male e lui l’aveva lasciata davanti all’ospedale di Cremona, dove era stata ricoverata. Poi l’intervento dei vigili e la decisione di dire basta a quella vita d’inferno.