Genovesino e Ceruti: sinergia tra le mostre di Cremona e Brescia
Nel segno della cultura si rafforza la sinergia tra territorio bresciano e cremonese. Già consolidata negli anni per i progetti ’Suonami – Pianoforti per tutti’ e tra Monteverdiane e Festival delle Luci di Brescia, questa volta la collaborazione avviene grazie a due mostre: Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona, che si terrà al Museo Civico dal 6 ottobre 2017 al 6 gennaio 2018 nell’ambito delle Celebrazioni Monteverdiane, e La realtà dello sguardo. Ritratti di Giacomo Ceruti in Valle Camonica, organizzata da Associazione Cieli Vibranti, inaugurata ieri al Museo Camuno – CaMus di Breno.
Prende così il via la promozione congiunta di entrambe le esposizioni a Brescia e Cremona, non solo con la tradizionale distribuzione di materiale cartaceo, ma anche utilizzando tutti gli strumenti della comunicazione online. E’ prevista inoltre l’organizzazione di gruppi per visitare entrambe le mostre. Una nuova ed importante forma di collaborazione in ambito turistico tra due territori che da tempo hanno iniziato a dialogare e ad incontrasi in campo musicale, artistico e, attraverso il progetto East Lombardy, anche gastronomico e della ristorazione in generale.
A 250 anni dalla scomparsa di Giacomo Ceruti (Milano, 1698-1767) una mostra, allestita presso il Museo Camuno – CaMus di Breno e organizzata da Associazione Cieli Vibranti, intende presentare l’attività di ritrattista che il grande pittore svolse in Valle Camonica. L’evento, sostenuto dal Distretto Culturale di Valle Camonica, dal Comune di Breno e da Fondazione Comunità Bresciana, è curato da Filippo Piazza, responsabile scientifico del Museo Camuno – CaMus, e si avvale di un comitato scientifico di primo livello, che annovera i maggiori studiosi e specialisti del pittore.
La mostra è dedicata alla memoria di Oreste Marini (Castelgroffedo, 1909 – Castiglione delle Stiviere, 1992), professore, critico e pittore che fornì un importante contributo agli studi cerutiani. A 25 anni della sua scomparsa è sembrato doveroso ricordarne l’impegno e la passione, oltre che il profondo legame con la Valle Camonica.