Cronaca

Commissione paesaggio, via libera al sistema delle piste ciclabili

Parere favorevole della commissione Paesaggio sul progetto definitivo di piste ciclabili, ieri mattina, dopo la bocciatura di una settimana fa.  L’audizione, alla presenza di tutti i tecnici che hanno collaborato alla stesura del progetto (Provincia e Comune), è stata lunga e dettagliata e ha dato modo ai commissari di sviscerare i vari aspetti dell’inserimento nella rete viaria cittadina dei quattro nuovi percorsi ciclabili cofinanziati dalla Regione con un milione di euro: viale Trento e Trieste, via Brescia (dal sottopassaggio verso l’esterno), via Mantova e via Bergamo. L’attenzione si è soffermata soprattutto sulle prime due, quelle che presentano aspetti più delicati e sui quali la commissione è per legge chiamata a formulare un parere, seppure non vincolante. In particolare, si tratta degli aspetti legati all’abbattimento o rimozione delle piante: è stato dato l’ok alla rimozione di alcune piante in viale Trento e Trieste, dopo che il funzionario delle serre comunali Giorgio Bettoni ne ha illustrato lo stato : condizioni non ottimali, con essenze in alcuni casi inadeguate e in altri casi sofferenti alle radici a causa di precedenti scavi nel sottosuolo per i sottoservizi. Lungo via Brescia, è stato appurato che la ciclabile non interferisce con i vincoli paesistici correlati al cavo Robecco, in quanto corre dall’altro lato della strada ed è quindi stato dato parere positivo.

Il progetto complessivo, ha però rilevato la commissione, presenta alcuni aspetti migliorabili, che sono quelli legati all’inserimento paesistico nel tessuto urbano: il progetto, redatto in tempi stretti per poter concorrere al bando regionale, ha trascurato aspetti di dettaglio e di arredo urbano che la commissione auspica vengano aggiunti nella versione finale (esecutiva). Particolari come panchine, illuminazione, pavimentazione, che la commissione verrebbe omogenei in tutti e quattro i percorsi e il più possibile integrati con  l’arredo urbano esistente.  Per quanto non vincolante, questa richiesta potrebbe avere un peso nel successivo esame della Soprintendenza, dove il progetto dovrà arrivare. I commissari prescrivono che “insieme alla progettazione della pista ciclabile ci dovrà essere un piano che esamini tutte le essenze arboree con particolare attenzione per quelle di futura collocazione” e che “venga posta particolare attenzione all’uso dei cordoli, dei dettagli e delle pavimentazioni adottando una diversificazione delle stesse in corrispondenza di intersezioni con siti sensibili quali ad esempio San Luca, Vecchio Passeggio e Piazza Libertà”.

“Mi ritengo soddisfatto – commenta il presidente di commissione, Massimo Terzi –  soprattutto perchè le piste ciclabili sono state presentate come sistema complessivo”.  A titolo personale, aggiunge, “l’obiettivo del progetto è quello di far diventare Cremona una città mitteleuropea dove l’uso della bicicletta è un sistema per risolvere i nodi della viabilità. Questo è un obiettivo che personalmente condivido, soprattutto per via delle caratteristiche morfologiche di Cremona. Con questo tipo di operazione, è auspicabile che la ciclabilità diventi una nota distintiva di Cremona e si consolidi come costume. Pensiamo al nord Europa, dove piove più spesso che a  Cremona, ma dove la ciclabilità è abitudine consolidata. In questo modo potrebbe aumentare anche la visibilità della città all’esterno”. Pareri personali, quelli dell’ex assessore all’urbanistica nella giunta Bodini, che in quell’incarico istituì un ufficio apposito per la qualità urbana e formulò un decalogo sulle buone prassi. “La qualità urbana oggi purtroppo è passata in secondo piano nelle progettazioni e in generale la sensibilità di tutti su questo tema è andata scemando”, commenta Terzi.

“E’ encomiabile la finalità del progetto – commenta Stefano Corbari, membro della commissione – e il fatto che venga cofinanziato della Regione. A volte la fretta di adempiere ai vari passaggi  formali che comportano i bandi fa sì che vengano meno alcuni aspetti progettuali legati all’inserimento architettonico e paesistico nella città. E’ auspicabile che adesso se ne tenga conto, visto che, in particolare per viale Trento e Trieste e via Brescia, si tratta di piste ciclabili che si inseriscono in un sistema molto più ampio che necessita di una visione unitaria d’insieme”.

g.biagi

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