Operazione Aemilia: l'appello conferma la condanna a 12 anni per Francesco Lamanna
Operazione Aemilia: il processo d’appello a Bologna sulla ‘ndrangheta al Nord ha visto il sostanziale accoglimento delle impostazioni di primo grado, con la conferma delle condanne e delle assoluzioni. Confermata anche la prescrizione per l’assessore di Parma Giovanni Paolo Bernini. L’unica novità riguarda la posizione dell’ex consigliere di Forza Italia al Comune di Reggio Giuseppe Pagliani, assolto in primo grado e condannato in appello a quattro anni di carcere. Tra i 60 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, anche Francesco Lamanna, al quale sono stati confermati i 12 anni del primo grado. Cutrese, residente a Cremona, Lamanna era accusato di essere uno dei promotori dell’associazione mafiosa. Confermata la condanna a 6 anni e 6 mesi anche per il boss del clan dei cutresi Nicolino Grande Aracri. Reggono anche le condanne ai boss emiliani della cosca calabrese Nicolino Sarcone (15 anni), Antoni Silipo (14 anni), Alfonso Diletto (14 anni e 2 mesi), Antonio Gualtieri (12 anni) e Giuseppe Richichi (9 anni e 8 mesi). Condanne pesanti anche per altri personaggi ritenuti esponenti o fincheggiatori della cosca dei cutresi come Romolo Villirillo (12 anni e 2 mesi), Pasquale Battaglia, (8 anni e 4 mesi), Salvatore Cappa (9 anni e 4 mesi) e Donato Agostino Clausi (10 anni e 2 mesi). Anche i due poliziotti sotto processo si sono visti confermare la condanna ricevuta in primo grado: sia per Domenico Mesiano, l’ex autista del questore di Reggio Emilia, sia per Antonio Cianflone, la pena è di 8 anni e 6 mesi. Dimezzata invece la pena per l’imprenditore e pentito Giuseppe Giglio, da 12 a 6 anni.
Sul fronte dei risarcimenti alle parti civili sono confermati i 600 mila euro per la regione Emilia Romagna.