Cronaca

Conad nell'ex Snum, Confcommercio: 'Parcheggio non basta a sanare la ferita'

Foto Sessa

“L’approvazione della Sovrintendenza per la conversione della ex Snum era, di fatto, scontata. Anche perché permette (pur senza alcuna ambizione) di riqualificare uno spazio degradato”. Lo scrive Confcommercio in una nota, dopo la notizia di ieri che dava per certo il via libera (dopo una lunga stasi) da parte dell’ente di tutela dei beni culturali, all’edificazione di una piastra commerciale della media distribuzione. L’ennesima, secondo l’associazione del commercio cittadina.

“Una giustificazione che, tuttavia, da sola non rende accettabile l’ennesima apertura di una media distribuzione”, continua la nota dell’associazione presieduta da Vittorio Principe. “Non basta neanche un parcheggio che servirà ai residenti e a (qualche) city user per farci ingoiare una pillola che ha il sapore amaro del tradimento e che avvelena il futuro del tessuto economico tradizionale. Questa giunta, come metodo di lavoro, rifiuta sistematicamente il confronto. E’ spesso disattenta ai veri problemi, se non addirittura autoreferenziale. Persino noi ‘semplici commercianti’ possiamo arrivare a capire che chi ha avuto la maggioranza dei consensi alle elezioni, poi governa e tira dritto, ma almeno il rispetto lo esigiamo. Che significa innanzitutto spiegare ai cremonesi che progetto si ha della città. Noi non lo abbiamo ancora capito, disorientati dalla distanza tra quanto promesso in campagna elettorale (e scritto nel programma) e ciò che poi si è fatto in questa prima metà del mandato. Francamente non ne possiamo più del continuo annuncio di nuove concessioni alla media e grande distribuzione”.

“Agli eletti in palazzo Comunale”, si legge, “ricordiamo che non si può fare spallucce tutte le volte che le imprese (e le loro rappresentanze) lamentano una nuova autorizzazione o una nuova devastante apertura. Non si può argomentare che in fondo di tratta di “poca cosa”. Perché ormai le tante – anzi troppe – nuove licenze (tra ampliamenti, riqualificazioni etc.) rilasciate dall’Amministrazione stanno soffocando il commercio tradizionale, penalizzato anche da scelte viabilistiche e sulla sosta per nulla condivise e condivisibili. Occorre il coraggio di una politica autorevole e attenta, che non si trinceri dietro l’idea che anche chi governava prima si è comportato allo stesso modo. L’impegno alla guida della città non deve essere una sfida a chi fa peggio o addirittura un continuo botta e risposta con i cittadini su tutto. Serve rispetto non solo per le imprese ma anche per l’intera comunità. Va bene il turismo, ma la città deve vivere in ogni momento della giornata e in ogni stagione dell’anno. Deve essere, insomma, un patrimonio per tutti. Spegnere il centro, mettere alle corde le imprese, è un danno collettivo, non solo per il commercio. Proprio i Giovedì d’estate, in queste settimane, sono la testimonianza del contributo che il terziario dà alla vita di Cremona”.

“L’importanza delle aziende del nostro settore”, chiude Confcommercio, “non è solo economica ma è anche sociale, culturale, identitaria. Invece questi valori vengono sconfessati di continuo. Lo ribadiamo: occorre un progetto complessivo sulla città che abbia un respiro più ampio. Anche sulle autorizzazioni commerciali. Abbiamo ripetutamente chiesto che la ‘programmazione dei nuovi insediamenti’ venisse affrontata ai tavoli del DUC ma gli amministratori si sono ben guardati dal dare valore alla nostra esperienza, dal riconoscere il contributo quotidiano che assicuriamo per rendere più bella e viva la città. Un impegno che nessun centro commerciale potrà mai sostituire. Solo il Comune continua a fingere di non averlo capito”.

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