Cronaca

La Polizia 'incastra' lo scippatore del 12 giugno: era seriale

I riscontri effettuati hanno consentito di identificare nel 19enne marocchino autore dello scippo avvenuto il 12 giugno in via Pietro Araldi Erizzo, anche l’autore degli altri tre precedenti scippi, avvenuti il 15 maggio in via Ticino, il 16 maggio in via Commenda di Malta ed il 24 maggio in via Stenico.

Il 30 giugno gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un 19enne marocchino, già detenuto in quanto ritenuto responsabile dello scippo avvenuto il 12 giugno in via Pietro Araldi Erizzo.

Quest’ultimo, a seguito di un’intensa attività d’indagine condotta dalla Sezione Reati contro il Patrimonio che ne aveva consentito la piena identificazione, era stato sottoposto a fermo di p.g. il 16 giugno; a seguito della convalida, ne era stata disposta la custodia in carcere per scongiurare una sua possibile fuga all’estero.

Già nelle settimane precedenti, l’attenzione degli investigatori si era concentrata su tre episodi analoghi, avvenuti a Cremona nella seconda metà del mese di maggio, in occasione dei quali un giovane straniero aveva strappato la collana in oro che le vittime portavano al collo.

Sin dai primi momenti dell’identificazione e del fermo del ragazzo, i poliziotti hanno ipotizzato che ci si potesse trovare di fronte ad uno scippatore “seriale” in considerazione della coincidenza delle descrizioni e, soprattutto, dell’analogia del modus operandi.

La concordanza dei riscontri effettuati ha così consentito di identificare nel 19enne marocchino l’autore degli altri tre scippi, avvenuti il 15 maggio in via Ticino, il 16 maggio in via Commenda di Malta ed il 24 maggio in via Stenico.

Sulla base degli elementi probatori raccolti, dunque, il G.I.P. presso il Tribunale di Cremona, con ordinanza emessa il 29 giugno, ne ha disposto la custodia in carcere anche per questi ultimi fatti. Il ragazzo, considerato particolarmente pericolo e spregiudicato per essersi approfittato delle condizioni di solitudine e debolezza delle vittime, ha dimostrato una particolare professionalità nell’esecuzione dei colpi, commessi, tra l’altro, in un brevissimo lasso di tempo, grazie anche al preventivo studio dei movimenti e delle abitudini delle anziane donne

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