Cronaca

Juliette, 'la coca era la birra' In aula uno degli albanesi presunti fornitori dei Pizzi

L’avvocato Monia Ferrari

Si torna a parlare del caso Juliette, il locale cremonese finito nell’occhio del ciclone per un giro di droga e di squillo. Mentre è in corso il processo nei confronti dell’ex maresciallo dei carabinieri di Vescovato Andrea Grammatico, dei cugini cremonesi Luca e Marco Pizzi, titolari del Juliette, della moglie di Marco Pizzi e di David Mazzon, ex titolare del Tabù’ di Vescovato, oggi davanti al giudice Francesco Beraglia si è discussa la posizione di uno dei presunti fornitori di cocaina dei cugini Pizzi: l’albanese Noel Shehu, 28 anni, ex dipendente del Juliette, difeso dall’avvocato Monia Ferrari. L’imputato è accusato di aver “ceduto in numerose occasioni a Marco e Gianluca Pizzi quantitativi di cocaina nell’ordine di alcuni grammi tra il settembre, l’ottobre e il novembre del 2014. Nella prossima udienza, prevista per l’8 novembre, sono attesi a testimoniare proprio i due cugini Pizzi. Intanto sono state trascritte una decina di pagine tra intercettazioni telefoniche ed sms del 15, 16 e 20 novembre del 2014. “Noel, se vengo da te hai ancora della birra?”, chiede Marco Pizzi all’albanese. Per l’accusa, non si tratta di birra, ma di cocaina.

Ancora attesa la sentenza anche nei confronti di Hysa Bardhi, anche lui albanese, noto pluripregiudicato, il ‘boss’ che spacciava droga a Cremona, l’ultima volta arrestato il 23 luglio del 2015 in città dalla squadra mobile su richiesta dell’autorità giudiziaria di Tirana, dove ora è in carcere. Era diventato amico e aveva intrapreso frequentazioni ritenute ‘pericolose’ con il maresciallo Andrea Grammatico. L’accusa, per Bardhi, è quella di cessione di droga, dal 2010 al 2015, a numerosi clienti, avvalendosi anche di intermediari.

Un altro fornitore, Manuel Nobilini, di Soncino, è stato invece già processato con il rito abbreviato e condannato ad otto mesi di reclusione, mentre un 42enne cremonese ha già patteggiato una pena di un anno e 10 mesi di reclusione.

Nei molti sms intercettati dagli investigatori veniva utilizzato un linguaggio criptico quando si parlava di droga: ‘vestiti’, ‘felpe’, ‘aperitivi’, ‘Bottiglie di birra’. Nel dicembre del 2014, Noel Shehu era stato arrestato mentre rientrava da Piacenza dove aveva appena acquistato undici grammi di cocaina dal connazionale Sharka, per l’accusa destinati ai Pizzi. Il 18 marzo del 2015, invece, Manuel Nobilini era stato fermato per un controllo. I carabinieri lo avevano trovato in possesso di tre grammi di droga che doveva consegnare a Marco Pizzi. Era un finto controllo casuale. Da tempo Il telefonino di Pizzi era sotto controllo. Quel 18 marzo, i carabinieri avevano intercettato la telefonata con cui i due si erano dati appuntamento a casa del titolare del Juliette per la cessione della droga. Nobilini incapperà in un ‘servizio finalizzato all’intervento in flagranza’.

Sara Pizzorni

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