Lettere

'Macché risanamento,
quella di Aem è stata
una svendita'

da Federico Fasani

Egregio Direttore,

Le dichiarazioni del Sindaco sulla questione AEM hanno dell’incredibile. O spera di confondere la gente o è confuso lui stesso. Il debito non è affatto stato ridotto attraverso intelligenti operazioni industriali come farebbe pensare il termine “risanamento” che egli utilizza a sproposito. Semplicemente, con i soldi della svendita delle proprietà di LGH ad A2A (operazione opaca sulla quale l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha aperto un’istruttoria), sono stati pagati i debiti di una società, l’AEM, che a fronte di un indebitamento con le banche era proprietaria di un capitale ben superiore in immobili. Tutto qui. Il risultato è che oggi AEM di fatto non controlla più nulla pur conservando un debito di 8 milioni.
In tutto questo il Sindaco, evidentemente provato dal calo percepibile del consenso dei Cittadini,  trova la forza di vantarsi per quanto è accaduto, dimenticando che le operazioni di vendita sono avvenute per volere del PD romano e che lui, per contro, le ha dovute subire.
Non si ricorda neppure che i debiti di AEM derivano dalla gestione da parte dei partiti (e di alcune persone) che oggi siedono al suo fianco mentre lui “fa nuova la città”.
Si dimentica di dire che una bella fetta del denaro che è servita per ridurre il debito di AEM deriva proprio dalla vendita del Termovalorizzatore ad A2A, la quale ha pagato per comprarlo e quindi non lo spegnerà di certo né oggi (al terzo anno di mandato, come ci era stato promesso in campagna elettorale) né nel 2024 come ha provato a raccontarci più recentemente per correggere la figuraccia.

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