Il Riesame dà ragione a Dibrani, il kosovaro che aveva rapporti con Kastrati
Il tribunale del riesame dà ragionre a Gaffur Dibrani, il kosovaro 24enne che era stato arrestato a Fiesse, in provincia di Brescia, con l’accusa di apologia del terrorismo e che era però poi stato liberato dallo stesso riesame. Durante le indagini era emerso che il giovane era in contatto con il connazionale Resim Kastrati, il 23enne di Pozzaglio espulso nel 2015 prima dall’Italia e poi dalla Germania perché accusato di aver abbracciato l’ideologia jihadista.
Per la Digos, Dibrani di Brescia avrebbe fatto propaganda islamica in rete. Ma per il Riesame, “Evocare la guerra santa non necessariamente si risolve nella creazione di strutture organizzative volte al compimento di atti terroristici”, come si legge nell’ordinanza con la quale il Tribunale ribadisce che mancano i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Dibrani. Il nuovo pronunciamento del Riesame era stato disposto dalla Cassazione che aveva contestato l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare.
Sul computer del giovane gli investigatori avevano trovato video riconducibili alla jihad, al conflitto in Siria e l’immagine della bandiera dell’Isis. “Il mero richiamo al conflitto civile siriano non comporta un implicito ma chiaro riferimento all’Isis” affermano i giudici del Riesame. “La pubblicazione dei video è rimasta concentrata in un brevissimo arco temporale, tra il 14 e il 25 novembre 2015, elemento che riduce drasticamente la funzione apologetica e inoltre Dibrani è estraneo a frequentazioni religiose o di gruppi più estremisti”. Insomma, per i giudici si delinea un quadro privo di gravi indizi di colpevolezza. Anche lo stesso Dibrani si è sempre dichiarato innocente.