Cronaca

Commercio, Virgilio a Carletti: 'Necessario garantire sostegno a chi produce innovazione'

Scoppia la polemica sui nuovi insediamenti commerciali in città: arrivata la risposta dell’assessore all’Area Vasta Andrea Virgilio alle dichiarazioni di Paolo Carletti, suo collega di maggioranza (Psi nel gruppo consiliare del Pd) che aveva sostenuto che i nuovi insediamenti commerciali non sono da considerarsi delle risorse.

“Un’amministrazione”,  afferma invece Virgilio, “ha il dovere di assicurare lo sviluppo di tutte le realtà commerciali; delle 60 medie strutture presenti in città, oltre 40 vendono tipologie merceologiche diverse dai prodotti alimentari. Una parte consistente si trova nei quartieri centrali della città e la stragrande maggioranza si attesta intorno a una superficie di vendita pari a 400/600 mq.
Si tratta, pertanto, di realtà similari al negozio di vicinato e lontane dal limite massimo previsto dall’attuale PGT per le medie strutture di vendita (2500 mq); con la variante, andremo a ridurre la potenziale superficie di vendita dei nuovi insediamenti all’interno del tessuto consolidato da 2500 a 1500 mq. In questo modo, si vuole evitare la costruzione di strutture sovradimensionate dentro alla città: tuttavia, auspicare il blocco delle stesse non è possibile anche alla luce del contesto legislativo in tema di concorrenza, che non prevede più limiti alle licenze commerciali e che, in relazione alla pianificazione, impedisce di porre ostacoli sulla base di motivazioni di natura economica.
L’approccio protezionista, di conseguenza, è irricevibile: non soltanto perché oggi un cittadino è in grado di acquistare qualunque tipo di merce direttamente da casa sua tramite internet, ma anche perché queste imprese commerciali fanno occupazione, offrono posti di lavoro e in molti casi consentono di recuperare comparti inutilizzati e in disuso della nostra città.
A Cremona abbiamo contesti completamente privi di insediamenti commerciali e ci sono quartieri che richiederebbero la presenza di medie strutture e di negozi di vicinato. L’approccio, pertanto, deve essere equilibrato e complementare. Parlare di una città soffocata dai supermercati non solo è una valutazione fuori luogo, ma anche poco attuale in un contesto nel quale il settore edilizio e più in generale le iniziative private di una certa consistenza si stanno attivando con grande cautela, dopo gli anni più complicati e drammatici della crisi economica.
La valorizzazione dei centri storici passa anche attraverso la possibilità di non omologare il commercio sulla distribuzione moderna, ma non è pensabile affrontare questo obiettivo con i divieti e con i vincoli. E’ necessario, al contrario, garantire sostegno e incentivi a chi produce innovazione in un contesto nel quale le regole del commercio sono sempre più proiettate sulla competizione e sui diritti dei consumatori.
Per quanto ci riguarda, rispetto a possibili insediamenti di nuove gallerie commerciali, non c’è la volontà di aprire a nuovi spazi e a nuove previsioni, ma c’è la volontà di favorire e incentivare le piccole realtà commerciali. Per queste ragioni, abbiamo dimezzato gli oneri di urbanizzazione per le possibili ristrutturazioni di negozi, bar, ristoranti, palestre ecc., e abbiamo destinato ai negozi del centro storico risorse ingenti e pluriennali per chi vuole avviare una attività commerciale, i recenti bandi promossi dall’amministrazione vanno in questa direzione”.

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