Cronaca

Incendio, treno fermato a Casalmaggiore, macchinista e capotreno domano le fiamme

CASALMAGGIORE – Principio d’incendio e passeggeri costretti ad abbandonare il treno e farsela a piedi sino alla stazione. E’ successo oggi, sul mezzo che da Brescia viaggiava in direzione Parma, poco prima delle 13. Ad accorgersi che qualcosa non andava sul secondo dei vagoni il macchinista che ha visto le fiamme svilupparsi in prossimità del circuito dell’olio ed ha arrestato il mezzo. Mentre il fumo si faceva via via più acre, i passeggeri sono stati invitati a spostarsi da un vagone all’altro e – macchinista e capotreno – sono scesi a domare le fiamme. I viaggiatori, una cinquantina, si sono accomodati nell’area antistante al parco e poi si sono spostati a piedi verso la stazione. Alcuni di loro hanno accusato lievi malori senza però conseguenze. Sul posto ad assisterli un mezzo di Padana Soccorso. Nel frattempo da Viadana è giunto un mezzo dei vigili del fuoco: dopo le verifiche di rito che hanno accertato la perdita dell’olio, il treno è stato ‘spinto’ da un altro mezzo verso la stazione di Casalmaggiore. Sul posto anche i Carabinieri che hanno cercato di trovare una soluzione al problema di tutti quei viaggiatori rimasti a piedi. E’ stato coinvolto il sindaco Filippo Bongiovanni nella speranza che si potessero approntare i pulmini per il trasporto. Ma non c’è stato nulla da fare: oggi è festa per i dipendenti comunali e non ve n’erano in servizio. Mestamente ai viaggiatori non è rimasto che spostarsi sotto al solleone per raggiungere la stazione ed attendere la benevolenza di Trenord. Dopo oltre un ora il traffico ferroviario restava bloccato. Tante le storie che si incrociano su una delle tratte peggiori e vergognose di tutta la Lombardia, che ancora non è elettrificata. Una giovane ragazza in stampelle è stata portata in stazione da un passante, alcune donne chiedevano incessantemente se qualcuno avrebbe potuto portarle a Parma, tanti studenti hanno cominciato a chiamare casa. Tra i passeggeri anche un ragazzo che da Brescia stava cercando di raggiungere Parma per poi prendere il treno per La Spezia e raggiungere Monterosso dove avrebbe prestato servizio come volontario proprio per il 118. Sorriso amaro il suo: ancora doveva scendere dal treno e già l’emergenza lo aveva raggiunto a prescindere “Vado a fare il volontario lì, per il periodo estivo. Nelle aree di mare d’estate c’è bisogno”. Un’altra giovane donna, accento bresciano, racconta di essersi accorta dal finestrino del fumo “Poi ho visto i passeggeri che raggiungevano il mio vagone e il fumo si faceva via via più insistente. Meno male che mi hanno dato un po’ d’acqua al parco dove ci siamo fermati”. Il paradosso che Trenord aveva, nei giorni scorsi, diffuso i dati del miglioramento del servizio. In quei dati la tratta Parma Brescia era una tra le tante e si perdeva nel positivo bilancio del resto. Una tra le tante ma pure una delle poche rimaste in condizioni postguerra: monorotaia, non elettrificata, con mezzi obsoleti. Certamente la peggiore – o tra le peggiori – dell’intera Lombardia.

Nazzareno Condina

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