Cronaca

'Bombe nei tribunali di Cremona e Mantova' Soffiata arrivata da Milano

AGGIORNAMENTO – Momenti di apprensione, questa mattina in tribunale, per un allarme bomba, poi rientrato. Tutto è partito da Milano. Alle 7,56 alla centrale operativa della Questura di Milano è arrivata una telefonata di un extracomunitario che chiamava da una cabina telefonica in piazza Duca d’Aosta. ‘Ci sono bombe nei tribunali di Cremona e Mantova’, ha riferito l’uomo alla polizia. Immediatamente la Questura di Milano ha ‘girato’ la comunicazione alle Questure di Cremona e Mantova, facendo scattare tutte le procedure di sicurezza. A Cremona sono stati contattati la presidente del tribunale Ines Marini, il pm di turno e il procuratore facente funzioni Francesco Messina. Sul posto gli agenti della Questura di Cremona, della Digos e i carabinieri che hanno effettuato un’immediata verifica all’esterno di palazzo di giustizia, poi estesa all’interno. Tutte le stanze e tutti i piani sono stati passati al setaccio senza trovare nulla. Non c’erano segni di effrazione e gli allarmi erano funzionanti. I pochi dipendenti che già si trovavano in tribunale non sono stati fatti uscire, mentre è stato impedito l’accesso a chi doveva ancora entrare. Fuori, ad attendere le operazioni delle forze dell’ordine, giudici, avvocati, imputati, testimoni e personale che a partire dalle 9 avrebbero dovuto prendere parte alle udienze civili e penali. L’allarme è rientrato alle 9,50, quando tutti coloro che fino a quel momento avevano atteso in strada o nell’androne del tribunale hanno avuto il via libera per entrare.
Anche a Mantova sono scattate le misure di sicurezza. Il tribunale è stato evacuato mentre gli artificieri con il nucleo cinofilo di Orio al Serio effettuavano le opportune verifiche: un labrador femmina di due anni e mezzo, addestrato per scovare ordigni, ha passato in rassegna le numerose stanze del palazzo di giustizia di via Poma. Esclusa la presenza di esplosivi. Se verrà rintracciata, la persona che ha telefonato verrà accusata di procurato allarme.

Sara Pizzorni

 

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