Cronaca

Da Regione stop consumo di suolo, a Cremona via libera a nuova edificazione

Mentre in Regione Lombardia si approvano leggi per la riduzione del consumo di suolo, a Cremona si dà il via libera all’ennesima area residenziale al quartiere Maristella. Si tratta di una zona attualmente sgombra da edifici, all’angolo tra le vie Persico e Carbonera: una superficie di quasi 10mila metri quadrati, su cui si vogliono realizzare una decina di lotti di ampiezze diverse su cui realizzare altrettante unità residenziali, singole o abbinate, di superficie varie.

La convenzione è stata firmata nei giorni scorsi tra il Comune e i privati che hanno proposto l’edificazione. Questi dovranno sborsare circa 15mila euro in oneri di urbanizzazione. Verrà ampliata inoltre via Carbonera e realizzate strade private per l’accesso alle case che non si affacceranno direttamente sulla pubblica via. Un progetto di cui si sta discutendo da diversi anni e la cui autorizzazione è arrivata solo ora.

Questo, appunto, mentre in Regione si discute di riduzione del Consumo del suolo, con un dibattito aperto tra maggioranza e opposizione. Perché se da un lato c’è la soddisfazione del centrodestra, dall’altra parte il Pd critica aspramente come è stata gestita la vicenda, in quanto “molti restano i punti ambigui, anche se finalmente abbiamo restituito ai Comuni i loro poteri in materia edificatoria” ha detto il capogruppo Enrico Brambilla.

Dura la reazione del consigliere Carlo Malvezzi: “Oggi il Pd ci ha dato l’ennesima dimostrazione di quello strabismo tipico di certa sinistra, per il quale si abbonda nelle previsioni di espansione quando si guida un’amministrazione locale e ci si erge invece a censori della cementificazione quando ci si trova a parlare in quest’aula” ha detto. “Solo grazie alla legge sul consumo di suolo di Regione Lombardia è stato fissato al 2020 il termine perentorio entro il quale i comuni dovranno ridurre del 25% le previsioni di trasformazione”.

Per Malvezzi “la legge 31 è una norma rivoluzionaria, perché introduce una autentica inversione della traiettoria relativamente all’utilizzo del suolo. Grazie all’adozione del PTR (Piano Territoriale Regionale) sono stati introdotti precisi criteri di natura qualitativa che dovranno essere posti alla base di ogni scelta da parte dei Comuni. Dal 3 di giugno i Comuni potranno ridurre le previsioni edificatorie degli ambiti di trasformazione riguardanti i terreni agricoli o agire rispettando il principio del bilancio ecologico: prevedere nuovi ambiti di trasformazione soltanto a fronte della riduzione in altri ambiti della stessa superficie. Abbiamo voluto salvaguardare la possibilità di ampliare le attività produttive esistenti e di insediare nuove imprese sul territorio lombardo con una procedura semplificata: l’approvazione del progetto insediativo comporta la variante urbanistica”.

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