Cronaca

L'associazione diabetici rinnova la collaborazione con l'ospedale

Si rinnova la collaborazione fra il Centro Diabetologico dell’ASST di Cremona diretto da Patrizia Ruggeri (che attualmente segue 6.500 pazienti) e l’Associazione Diabetici Cremonesi. Ieri in ospedale il direttore generale dell’Asst Camillo Rossi e ha incontrato l’associazione rappresentata dalla neo presidente Mirella Marussich e dal consigliere Marco Cavallieri per condividere gli obiettivi comuni di presa in carico del paziente e programmare le iniziative. Tra le nuove e prospettive: il coinvolgimento dell’equipe di Pediatria diretta da Claudio Cavalli per la prevenzione e l’informazione sul diabete pediatrico e specifici percorsi di sostegno anche a livello territoriale. Fra le proposte della presidente Marussich quella di studiare strategie di coinvolgimento degli studenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie e l’organizzazione di un convegno divulgativo per il mese di novembre dedicato  a “Donne e Diabete”.
Tutte le iniziative saranno aperte alla città, spiega Marussich: “E’ molto importante che tutti possano partecipare ed essere informarti correttamente rispetto ad una patologia che interessa molti”. L’Associazione Diabetici Cremonesi ha sede in via San Sebastiano 14; è aperta martedì, giovedì e venerdì dalle 16 alle 18; tel 0372 450059.
Come ha precisato Camillo Rossi: “Il diabete è una malattia cronica a elevata complessità, che richiede continui e molteplici interventi clinici assistenziali. Per questo il Centro Diabetologico dell’ASST di Cremona è un servizio che assiste i pazienti proprio in funzione della complessità della malattia. Ciò avviene attraverso percorsi di cura personalizzati e diversificati a seconda delle esigenze individuali”.
Se è vero che il diabete richiede percorsi di cura personalizzati, a seconda delle esigenze individuali, è altrettanto vero che la malattia non limita le normali attività del vivere quotidiano, sport compreso, che diviene anzi un ottimo alleato per uno stile di vita più sano.
Controlla la glicemia se hai:
• più di 45 anni;
• la pressione arteriosa alta;
• grassi elevati nel sangue;
• avuto il diabete in gravidanza
• partorito un neonato di peso superiore ai 4 chili.

Controlla la glicemia se sei:
• in una famiglia di soggetti con diabete mellito;
• in sovrappeso o obeso,
• sedentario e poco attento alla tua alimentazione.

Il diabete mellito non curato è la principale causa in Italia di:
• amputazioni non traumatiche;
• infarto e ictus;
• cecità e disturbi della vista;
• dialisi.

Il diabete mellito si colloca tra le principali patologie croniche. Nel 2030 si prevede che le persone con diabete saranno 5 milioni.
Per l’elevata prevalenza, la lunga durata, l’ampio spettro di complicanze e le conseguenze emotive e psicologiche, rappresenta un problema sanitario rilevante per le persone di tutte le età e di tutte le classi sociali. Prendersi cura di una patologia cronica come il diabete comporta un approccio interattivo con il paziente al quale va assicurata, in ogni caso, una buona qualità di vita.
I sintomi del diabete possono essere diversi e possono insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete tipo 1 o di tipo 2.
Nel caso del diabete tipo 1- di solito – si assiste a un esordio acuto, caratterizzato da eccessiva sete (polidipsia), aumentata quantità e frequenza di urine (poliuria), sensazione di stanchezza (astenia), perdita di peso immotivata, pelle secca e aumentata frequenza di infezioni.
Nel diabete tipo 2, invece, si manifestano più lentamente e spesso in maniera meno evidente; possono verificarsi casi di glicemia alta senza che si manifestino i sintomi. La diagnosi avviene spesso quando ormai la malattia è in fase conclamata.
Migliaia di persone sono già diabetiche senza esserne a conoscenza e pertanto esposte a un rischio maggiore.
L’obiettivo della terapia del diabete è il mantenimento di un buon compenso metabolico e la prevenzione delle complicanze croniche.
Questi obiettivi si raggiungono migliorando le abitudini di vita: ridurre la sedentarietà, aumentare l’esercizio fisico associato ad una corretta alimentazione. A questo si può aggiungere la terapia farmacologica.
Alla persona con diabete non si suggeriscono generalmente “diete” o “sacrifici”di breve termine. La sfida che il diabete pone è quella di condurre comportamenti più salutari abbandonando gradatamente le abitudini che non lo sono: riscoprire il piacere del movimento o dei cibi sani e naturali per esempio, rinunciando sempre più spesso alla comodità dell’auto e del divano.

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