Iniziato lo sciopero degli straordinari all'Ust di Cremona
A Cremona e Mantova la situazione di carenza organico più grave di tutta la Lombardia e le 22 unità aggiuntive promesse dal Ministero per tutta la Regione sono ampiamente insufficienti. A rischio anche le pratiche per il pensionamento degli insegnanti.
E’ cominciato lunedì 15 maggio e durerà ad oltranza fino a metà giugno, sperando che nel frattempo qualcosa cambi in meglio, lo sciopero degli straordinari del personale dell’Ufficio scolastico provinciale. Una vertenza che va avanti da mesi, che era già arrivata ad un punto di rottura ad aprile, con il fallimento di un tentativo di conciliazione con la dirigenza locale dell’Ust, che dipende dal regionale, a sua volta dipendente dal ministero dell’Istruzione a Roma. Un rimpallo di responsabilità che sicuramente non giova ai lavoratori, ormai ridotti a 12 (fra poco 11 per un ulteriore pensionamento) e con sulle spalle 38 ore di straordinari a testa (dato di fine marzo) pagati in ritardo e non recuperabili.
“Le 22 unità di personale aggiuntivo promesse per tutta la Lombardia – spiega Maria Teresa Perin, segretario della Cgil Funzione Pubblica – significano 1 persona in più a Cremona, questa non è una risposta. Quello che vogliamo sono risposte chiare e puntuali, basta contare sulla disponibilità delle persone a svolgere straordinari. Crediamo che in questo modo qualcuno si accorgerà del problema”. In un comunicato stampa emesso proprio ieri dalle segreterie regionali del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil, la situazione degli uffici scolastici di Cremona e Mantova viene descritta come la peggiore, e Cremona è l’unica realtà ad aver messo in pratica lo sciopero degli straordinari. I tre sindacati con la Confsal della Lombardia e di Milano hanno scritto alla Ministra dell’Istruzione Università e Ricerca, Valeria Fedeli, all’Assessora Regionale Istruzione Lavoro, Valentina Aprea, e ai gruppi politici del Consiglio regionale, prefigurando pesanti ricadute sulle scuole. “Con l’aggravante – si legge nel comunicato – causa blocco del turn over, che i (pochi) lavoratori più giovani superano i 40 anni d’età, mentre gli altri si attestano di media sui 58. Pertanto se va in pensione l’unico lavoratore adibito ad uno dei servizi dell’UST, quello chiude perché manca il sostituto. Ed è il caso dell’UST di Mantova e Cremona: i docenti che maturano il diritto alla pensione rischiano di non andarci perché l’ufficio preposto alle loro pratiche è rimasto senza addetto. Ma è a rischio anche l’avvio del prossimo anno scolastico. L’attuale è partito grazie alla straordinaria disponibilità del personale che ha lavorato anche fino alle ore 20, sabato e domenica inclusi.
“Le lavoratrici e i lavoratori hanno maturato centinaia di ore di straordinario (pagate, a oggi, solo al 25%!) per garantire il diritto all’istruzione a tanti ragazzi lombardi. Ma ora basta! Non si può sempre far ricadere la responsabilità e il peso di politiche sbagliate sulle spalle dei lavoratori e dell’utenza.
“Grave è anche la situazione delle segreterie scolastiche, sia perché ridotte di organico, anche per lo storico utilizzo degli ausiliari, tecnici e amministrativi (Ata) spostati in supporto agli Ust, sia perché provate da norme che oggi non consentono sostituzioni in caso di assenze di personale, aggravando così la scopertura. Queste soluzioni tampone non sono più praticabili e riteniamo assolutamente insufficiente assumere solo 22 unità per la Lombardia a fronte di un organico più che dimezzato”.
g.biagi